Sicurezza o salute? Sembrano essere questi i perni attorno ai quali ruota il dibattito politico di questi giorni sui body scanner.
In evidenza soprattutto il testa a testa tra il Ministro dell’Interno, Maroni e quello della Salute, Fazio. Dopo il fallito attentato sul volo Francoforte-Detroit, molti governi stanno spingendo per aumentare le misure di sicurezza negli aeroporti. Già nel 2008, in Europa si era parlato dell’installazione dei body scanner, ossia di particolari dispositivi in grado di vedere più a fondo, “spogliando” letteralmente i viaggiatori durante i controlli all’aeroporto. I body scanner, infatti, grazie all’emissione di raggi X, usati abitualmente per le radiografie, riescono a penetrare più in profondità, e quindi riescono a vedere eventuali oggetti nascosti sotto gli abiti.
Fin qui tutto ok. Se servono a garantire maggior sicurezza e a prevenire attentati, ben vengano. Ma ad accendere la polemica è la quantità di radiazioni che emettono, potenzialmente dannose per la nostra salute. Così come avviene durante le radiografie, una parte dei raggi emessi viene arrestata dalle parti più dense come le ossa, mentre la maggior parte raggiunge i tessuti molli.
Tuttavia, secondo alcuni esperti, la quantità di radiazioni emesse dai body scanner è molto bassa ed è sufficiente appena ad oltrepassare i vestiti. In più, le radiazioni rimbalzerebbero all’indietro non appena entrano nel corpo umano.
Occorre quindi saperne di più. Questa in sintesi l’opinione del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che invita a non assumere per buone le analisi eseguite da altre nazioni. Intervistato dalla Stampa, Fazio ha riferito che il dicastero ha già preparato una squadra di quattro persone per svolgere le verifiche opportune. E dice: “Non possiamo escludere a prescindere nessuna ipotesi, soprattutto se si tratta di donne in gravidanza, bambini o viaggiatori frequenti”. Secca la replica di Maroni: “Si tratta di un’inutile polemica. I body scanner sono sicuri”.
Francesca Mancuso