Foche e virus dell’aviaria. I ricercatori del Center for Infection & Immunity (CII) della Columbia University hanno pubblicato sulla rivista ”mBio” un’indagine che rivela l’esistenza di un nuovo ceppo di questo virus potenzialmente mortale per gli esseri umani, che sarebbe ormai passato dagli uccelli ai mammiferi acquatici, infettando alcune foche di porto nel New England e uccidendone già 162 lungo le coste americane.
Il virus ha provocato negli animali casi fatali di polmonite, accertate fina dal mese di settembre del 2011, quando alcuni esemplari di foca comparvero lungo le coste dal sud del Maine a quelle settentrionali del Massachusetts con sintomi di grave polmonite e lesioni alla pelle, la maggior parte erano cuccioli sotto i sei mesi. La anomala moria ha insospettito i ricercatori che hanno eseguito lo screening dei patogeni.
Le indagini microbiologiche sono state effettuate da molti istituti statunitensi: Center for Infection & Immunity (CII) della Mailman School of Public Health presso la Columbia University, la National Oceanic and Atmospheric Association, l’USGS National Wildlife Health Center con la collaborazione del SeaWorld, del New England Aquarium e dell’EcoHealth Alliance. Unanime la conclusione: il responsabile era un nuovo ceppo di H3N8, che discende da quello che nel 2002 infettò gli uccelli acquatici e si è trasmesso ai mammiferi sfruttando una mutazione nei geni HA e PB2. Il legame con i recettori dell’acido salicilico che si trovano comunemente nell’apparato respiratorio dei mammiferi ne ha determinato il passaggio tra le classi.
Una caratteristica, quest’ultima, che ha rinforzato anche la sua virulenza, tanto che per il dottor Simon Anthony del Center for Infection & Immunity, potrebbe porre una minaccia alla salute pubblica. “I nostri risultati – hanno detto il direttore del CII Ian Lipkin ed il professore di epidemiologia John Snow – sottolineano l’importanza nella sorveglianza della fauna selvatica per predire e prevenire eventuali pandemie. L’AIDS, la SARS, l’influenza West Nile e Nipah sono tutti esempi di malattie infettive emergenti che hanno avuto origine negli animali. Eventuali focolai di malattie negli animali domestici o selvatici oltre ad essere considerati una minaccia per la conservazione delle specie vanno valutati anche per il potenziale pericolo per la nostra specie“.
Roberta Ragni