Dolore cronico. Mal di testa, dolori cervicali, episodi dolorosi frequenti che interessano l’apparato muscolo scheletrico, queste le patologie che maggiormente colpiscono la popolazione mondiale con sintomi di tipo cronico.
Nel nostro Paese a soffrire di dolore cronico sarebbe 1 italiano su 4.
L’Italia si classifica al terzo posto tra i paesi europei per quanto riguarda l’incidenza delle manifestazioni di dolore cronico, che interessano il 25-27% della popolazione.
Al primo posto della classifica troviamo la Norvegia, dove il 30% della popolazione sarebbe colpito da tale patologia. Il Paese scandinavo è immediatamente seguito dalla Polonia, con un dato del 27%.
Le percentuali soprariportate sono state comunicate durante il Congresso Mondiale sul Dolore svoltosi a Milano nel corso della giornata di ieri, martedì 28 agosto, ed organizzato da Iasp, (International Association for the Study of Pain). I lavori del congresso proseguiranno fino alla giornata di venerdì 31 agosto.
Il dolore cronico colpirebbe maggiormente i pazienti di età compresa tra i 40 ed i 50 anni, una fascia tra l’altro recentemente prescelta come oggetto di studio per la valutazione dei benefici di una solida rete sociale sul benessere psico-fisico dell’individuo. Maggiormente colpite dall’insorgere di dolori cronici sono le donne, a cui si riferisce il 56% dei casi rilevati.
Il dolore cronico può raggiungere manifestazioni tanto gravi da compromettere la vita sociale e lavorativa dei pazienti, costretti ad abbandonare il proprio lavoro, in taluni casi, o a dover optare per una differente mansione.
Le manifestazioni di dolore cronico non sarebbero inoltre prive di risvolti psicologici in grado di aggravare maggiormente le condizioni di salute globale dei pazienti.
Non solo. Purtroppo, oltre ad essere una conseguenza del dolore cronico, malessere psicologico e stati depressivi, a parere degli esperti, sono in grado di contribuire all’aumento dell’intensità e della frequenza dei fenomeni dolorosi.
Uno stato di tensione generale, oltre ad un atteggiamento negativo nei confronti di se stessi e della propria condizione, non può altro che provocare dei peggioramenti. Si consiglia dunque di cercare di mantenere una prospettiva positiva nei confronti della patologia e di affidarsi ad uno specialista di fiducia per le cure necessarie.