Le negano la pillola del giorno dopo, e rimane incinta. Così decide di denunciare e di trascinare la Asl di Teramo in tribunale e di chiedere un risarcimento di 500 mila euro.
È successo ad una donna abruzzese di 37 anni, che circa 3 anni fa si è vista negare da diverse strutture pubbliche la cosiddetta “pillola del giorno dopo“, e ha dovuto portare avanti una gravidanza per lei non desiderata.
Dopo aver chiesto aiuto alla guardia medica di Tortoreto, al pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova e infine alla guardia medica di Giulianova, la donna, senza aver ottenuto la prescrizione, si rivolge ad un ginecologo, che le prescrive la pillola. Ma è già troppo tardi.
La pillola infatti ha efficacia se assunto al massimo entro 72 ore dal rapporto, ma per la donna il tempo era già scaduto. Nove mesi dopo, nasce un bel maschietto ma il padre non vuole riconoscerlo e la 37enne si ritrova sola e senza un soldo. Chiede aiuto alla Asl, ma senza alcuna risposta. Così decide di ricorrere alla giustizia, denunciando la struttura sanitaria.
Dalla denuncia della donna si evince questo: “La donna deve affrontare la gravidanza da sola subendo un danno morale, biologico, esistenziale, patrimoniale e alla vita di relazione. Il ritardo con cui la sanità pubblica le ha prestato soccorso per interrompere la gravidanza prima della formazione del feto” recita la denuncia “è stato deleterio”. Adesso toccherà aspettare la decisione del giudice.