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Violenza sulle donne: ogni 2 giorni ne viene uccisa una

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Prima l’ha strattonata fuori dalla macchina, poi l’ha spinta di nuovo dentro. I singhiozzi di lei. Le urla da bestia di lui. Tutto in pochi attimi. Il mio cuore che palpita, le lacrime. Il 113, aiutate quella ragazza. Sono solo le 4 del mattino, non vedo l’auto. Sento solo lui che grida come una furia, le intima di non muoversi, in quell’abitacolo senza nessuna via di fuga.

Tremo. Accarezzo il mio pancione. Spero che non sia femmina. Sono solo le 4 del mattino, il 113 ha risposto. Ma dove sono?

Poi il silenzio, il nulla, la distanza siderale tra la mia finestra e quella macchina.

Cosa sia successo poi non lo so. Mi piace immaginare che lei il giorno dopo non gli abbia più dato notizie di sé. Abbia avuto il coraggio di interrompere quell’aborto di amore. Anche se fosse stata solo “la prima volta che lui si comportava così”.

98 le donne vittime di violenza uccise dall’inizio del 2012 in Italia. E se non sono uccise, morte ammazzate, loro muoiono dentro. In un turbine di perché e sensi di colpa ingombranti. L’omicidio è soltanto l’ultimo passo di una via crucis di maltrattamenti e richieste di perdono, di abusi e di finte dolcezze.

Fin dove si arrivi non se ne ha idea. Come l’ultimo avvilente caso di una coppia del salernitano: lui, al culmine di una scenata di gelosia, stacca a morsi il lobo di un orecchio di lei. Proprio la notte scorsa a Giffoni Sei casali.

L’87% delle donne che hanno chiesto aiuto a Telefono Rosa hanno subito violenza in famiglia o da quelli che ritenevano fossero “i loro cari”. Nel 2012 si registra così un’escalation di violenza nei confronti delle donne, passando da un omicidio ogni tre giorni, registrato l’anno scorso, a uno ogni due giorni.

Si tratta di dati confermati da quelli raccolti dall’Istat, secondo cui negli ultimi anni in Italia è aumentato il tasso di omicidi che avvengono in ambito familiare o sentimentale. Solo il 15% delle vittime sono uomini. Dunque è chiaro che nella maggior parte dei casi si tratta di violenza sulle donne.

È una mattanza che non può più essere possibile in un Paese civile“, ha dichiarato Maria Gabriella Carnieri, presidente di Telefono Rosa. “Non c’è una risposta adeguata a questa crescita inaudita di dati relativi alla violenza sulle donne“.

E in attesa di una legge adeguata e che qualcuno si decida ad infliggere condanne esemplari (probabilmente non basterà la convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne siglata a fine settembre a Strasburgo dal ministro delle Pari Opportunità Elsa Fornero), imparate a difendervi.

Non ponetevi in una situazione di sottomissione, non subitela, non accettatela. Non è così che deve andare. Affrontatela in tutti i modi possibile e, per carità, chiedete subito aiuto per non cadere in un vortice di silenzio e solitudine.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania