bimbo piange

Il bimbo piange? Ecco perché non si può ignorare

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Un bimbo che piange attrae sempre l’attenzione, anche se si tratta solo di futili capricci. Il problema è che crediamo che questo ci colpisca perché siamo già mamme o perché siamo donne. Non è così, almeno, non è solo così: il bambino che piange entra nelle nostre attenzioni anche se non lo vogliamo, in modo del tutto naturale.

Basta solo il pianto che dura un battito di ciglia: la nostra attenzione tende subito a risolvere il problema e il disagio del bimbo. Gli altri lamenti – pensiamo ai miagolii del gatto – non sortiscono lo stesso effetto. Secondo un team di ricercatori di Oxford, che sul tema ha condotto una ricerca presentata nel convegno Society for Neuroscienze a New Orleans, non importa essere genitori.

La ricerca è stata condotta su 28 persone tra cui genitori, uomini, donne, single, impegnati ecc… Il risultato è stato che tra i vari lamenti a cui sono stati esposti, quello a cui rispondevano in maniera immediata era solo quello del bambino. In un battito di ciglia, anche gli uomini provvedevano subito a preoccuparsi e a gestire subito il disagio.

Il pianto del bimbo, inoltre – e questo non lo avreste mai detto – vi rende efficienti. Al contrario del verso di un animale, del canto di un uccellino o del pianto di un adulto, il pianto del bimbo vi fa fare più velocemente e in maniera migliore quello a cui vi dedicate.

Le frontiere delle relazioni del cervello umano rispetto al pianto del bimbo sono ancora agli esordi. Sembra che proprio analizzando il cervello in risposta al pianto del bambino si possano anche individuare precocemente patologie come la depressione post-partum.

Sara Tagliente

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