Sorgono nuove preoccupazioni per quanto riguarda l’inquinamento provocato nella zona in cui è situata l’Ilva di Taranto. Sostanze tossiche hanno raggiunto la catena alimentare, così come rilevato da parte delle analisi che sono state sottoposte negli scorsi giorni all’attenzione del Ministro della Salute Renato Balduzzi.
L’inquinamento dell’aria provocato dall’Ilva si ripercuote sulla catena alimentare, con particolare riferimento ai prodotti di derivazione animale. Dalle analisi effettuate è emerso come il 30% delle cozze allevate nelle vicinanze della fabbrica e del latte caprino prodotto nella stessa area risultino contaminati da agenti inquinanti come la diossina.
Le analisi sono state effettuare su campioni di alimenti che sono stati prelevati dalle aree interessate tra il 26 settembre ed il 6 ottobre. Il 20% dei campioni di latte esaminati sono risultati contaminati. I test sono stati condotti relativamente a quanto richiesto dal piano di sorveglianza sulla contaminazione da diossine nell’area dell’Ilva di Taranto, nato per salvaguardare la salute dei lavoratori e dei cittadini.
Secondo quanto dichiarato da parte del Ministro Balduzzi, i dati raccolti in merito all’allevamento di cozze e di bestiame sono da considerarsi come il segnale di una situazione critica permanente. I risultati delle analisi hanno condotto ad un vero e proprio sequestro da parte dei NAS, relativo sia alle cozze contaminate sia ad un centinaio di capi di bestiame ovicaprino.
Renato Balduzzi ha ribadito la necessità di continui e regolari monitoraggi per la salvaguardia della salute dei cittadini. I controlli non dovrebbero essere sporadici o occasionali, ma dovrebbero essere tesi a tutelare qualsiasi tipo di rischio legato all’inquinamento e alle contaminazioni. Il Ministro spera nella solidarietà del Paese sia per quanto riguarda l’ottica lavorativa, sia per quanto concerne la tutela della salute pubblica nell’area dell’Ilva.
Marta Albè