Non sterilizzavano correttamente gli attrezzi chirurgici. I carabinieri dei Nas di Pescara, dopo due anni di indagini, hanno fermato tra le province di Pescara, Frosinone, Bergamo e Brescia 13 persone, che gestivano le operazioni di sterilizzazione dei ferri di alcuni ospedali del Centro-Nord.
A capo della truffa alcuni dipendenti di un’azienda lombarda, la Bioster Spa, che avevano preso l’abitudine di non svolgere la procedura di degassazione, ovvero di rimozione finale dei residui di gas tossico (ossido di etilene), utilizzato per sterilizzare gli attrezzi, ma anche applicato su alcuni alimenti come la frutta secca, pinoli e funghi. Ciononostante, alle aziende ospedaliere tra cui quelle di Campania, Toscana e Lazio, l’operazione veniva fatturata interamente.
In particolare, sede principale dell’illecito era lo stabilimento Bioster di Popoli, in provincia di Pescara, nel quale avveniva “il 99% dell’attività illegale”. Ai vertici dell’organizzazione, probabilmente, vi erano i figli dell’amministratore della Bioster, i due bergamaschi Sara e Gianluca Bonomi, di 43 e 41 anni, che si occupavano anche di falsificare i documenti per non lasciare trapelare il mancato completamento del processo sterilizzazione.
Attualmente sono indagate a piede libero 42 persone, 36 delle quali sono già state identificate. Anche due ditte del Lazio sono state coinvolte nelle indagini. Numerose sono le strutture sanitarue, soprattutto del Lazio, che hanno subito la truffa: l’ospedale Sant’Eugenio di Roma, l’Alesini di Roma, il San Camillo Forlanini, gli Istituti Regina Elena di Roma, l’ospedale Grossi di Ostia e il Mazzini di Ascoli.
Francesca Mancuso