Un prototipo di un sensore ultra-sensibile che consente ai medici di individuare i primi sintomi di malattie e virus, come il cancro alla prostata e l’infezione da l’HIV, ad occhio nudo, senza ricorrere al microscopio.
Lo hanno messo appunto i ricercatori dell’Imperial College di Londra e potrebbe essere utilizzato in quei Paesi dove altri sistemi non sono a portata di mano.
Nello studio, pubblicato sulla rivista specialistica Nature Nanotechnology, il team ne ha testato l’efficacia rilevando che il biomarker dei campioni di sangue funziona con efficacia e precisione. Prima del suo utilizzo clinico sarà necessario fare ulteriori analisi, ma i ricercatori sono già in grado di confermare, come rivela una nota che il costo di realizzazione sarà di 10 volte inferiore rispetto ai test attuali.
Si tratta di un test che utilizza la variazione del colore in presenza del virus, in cui il liquido utilizzato cambia a seconda della presenza, o dell’assenza della malattia. Adeguatamente configurato è in grado, ad esempio di rilevare una particolare proteina che si trova sulla superficie del virus HIV. Se il marker è presente, si attiva un reazione chimica che fa diventare il liquido rosso, rendendo superflui altri strumenti di individuazione dei virus.
“Questo metodo – spiega Molly Stevens, che ha coordinato la ricerca – potrebbe essere usato quando la presenza di molecole bersaglio a concentrazioni molto basse potrebbe migliorare la diagnosi della malattia. Per esempio, è importante rilevare alcune molecole a concentrazioni bassissime, per testare la ricorrenza del cancro dopo la rimozione di un tumore”. Purtroppo, infatti, conclude la ricercatrice, gli attuali metodi di rilevamento sono ancora “troppo costosi per essere utilizzati in alcune parti del mondo in cui le risorse sono scarse. Il nostro metodo non richiede una strumentazione sofisticata ed è dieci volte meno costoso“.
Roberta Ragni
