Consumare abitualmente tè nero potrebbe rappresentare una buona abitudine per proteggere il nostro organismo dal diabete di tipo 2. Saranno necessari ulteriori ricerche per confermare l’effettiva connessione tra il minore tasso di insorgenza di tale patologia e il consumo di tè nero, ma i primi dati raccolti da parte degli esperti appaiono incoraggianti.
Tra le pagine dell’autorevole rivista scientifica “British Medical Journal” è stato pubblicato uno studio che evidenzia come nei Paesi del mondo in cui il consumo di tè nero è maggiore si registri un tasso di incidenza significativamente minore del diabete di tipo 2, rispetto a quei Paesi in cui il consumo di tè nero non avviene con frequenza.
Lo studio in questione è stato condotto da parte dei ricercatori svizzeri del Data Mining International di Ginevra. Nella ricerca sono state analizzate le abitudini relative al consumo di tè nero degli abitanti di 50 Paesi del mondo. A parere del dottor Ariel Béresniak, i dati raccolti mostrano una stretta correlazione tra consumo di tè nero e presenza di casi di diabete di tipo 2. Studi effettuati in precedenza avevano già evidenziato la possibilità di un simile collegamento. Per confermarlo, sarà necessario svolgere ulteriori ricerche in proposito.
Quali sono i Paesi in cui si consuma più tè nero e nei quali il tasso di incidenza del diabete di tipo 2 sarebbe minore? Si tratta di Turchia, Regno Unito e Gran Bretagna. In fondo alla classifica si trovano i Paesi in cui il tè nero viene consumato in maniera minore: Cina, Corea del Sud e Brasile.
E per quanto riguarda la situazione dell’Italia? Nel nostro Paese, secondo l’Italian Barometer Report 2012, a cura dell’Italian Barometer Diabetes Observatory dell’Università di Tor Vergata di Roma, l’italiano diabetico tipo è sovrappeso, sedentario ed ha come proprio titolo di studio la licenza media. I diabetici in Italia sono quasi 3 milioni e rappresentano poco meno del 5% della popolazione del nostro Paese. A parere degli esperti, che si preparano alla “Giornata Mondiale del Diabete”, in programma per il prossimo 14 novembre, si tratta di un numero destinato a crescere.
Marta Albè