Oggi, 20 Novembre, è la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, che ripropone alla nostra attenzione il valore universale di quanto sancito nella “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia“, approvata il 20 Novembre 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sulla inviolabilità dei minori e sul loro diritto ad una piena tutela nell’intero percorso di crescita fisica, psicologica e morale.
Eppure, ancora in troppi luoghi del nostro mondo ai più piccoli vengono rubate la speranza e una crescita sana e libera, negando l’essenza stessa dell’infanzia. Come dimostrano le immagini dei bambini di Gaza, vittime di conflitti scatenati da un odio atavico tra popoli. O gli allarmanti dati sullo sfruttamento sessuale di bambini divulgati da ECPAT-Italia, sigla che sta per End Child Prostitution Pornography And Trafficking, una Onlus che difende i diritti dei bambini dal pericolo del turismo sessuale e del mercato del sesso, per trasformare la loro condizione da schiavi a bambini.
”Di buon auspicio – spiega l’associazione – la nuova normativa che trae i propri contenuti dalla Convenzione di Lanzarote, che prevede ulteriori reati e aggravi di pena, in materia di abuso e sfruttamento sessuale di minori. Ora è necessario un piano d’azione nazionale teso a prevenire questi fenomeni“.
In agenda, però, per difendere i bambini, ci sono anche altre priorità: bisogna ribadire, e con forza, che nessuno si deve sentire al sicuro quando, nel buio della propria stanza, ricerca e condivide immagini pedopornografiche. Far uso di quelle foto significa, infatti, perpetrare l’abuso e mantenere vivo un mercato molto fiorente.
“Dobbiamo scalzarci dai primi posti della classifica dei turisti sessuali con bambini, sia uomini che donne . denuncia Ecpat-. Ribadire un corretto uso delle tecnologie per i giovani, contro gli adescamenti e gli abusi. Lottare con strumenti di cooperazione investigativa il traffico di minori verso il nostro Paese“.
Bambini che, nella maggior parte dei casi, provengono da Paesi poveri. Questa, purtroppo, è una condizione che influisce drammaticamente sulla loro salute, la loro educazione e le possibilità di sopravvivenza, esponendoli maggiormente alle malattie, al ritardo fisico o mentale e all’abbandono scolastico.
Secondo il nuovo rapporto “Nati Uguali”, di Save the Children, diffuso proprio in occasione della Giornata Mondiale per l’Infanzia con i dati relativi a 32 paesi, il gap tra i bambini poveri e quelli ricchi a livello globale è cresciuto del 35% rispetto al 1990. Si tratta di un aumento doppio rispetto a quello riscontrato per gli adulti, con la tragica conseguenza che in alcuni Paesi la mortalità infantile sotto i 5 anni per i bambini poveri è doppia rispetto a quella dei più ricchi.
In linea generale, il rapporto dimostra che i bambini che nascono con maggiori possibilità economiche hanno 35 volte le possibilità di accedere alle risorse rispetto a quelli più poveri e questo riguarda ad esempio l’accesso all’educazione, alle cure sanitarie, ma anche una minore possibilità di dover lavorare in tenera età.
“I bambini sono i più colpiti da una distanza che continua a crescere inesorabilmente tra chi ha e chi non ha. La disuguaglianza va combattuta senza tregua se vogliamo dare a tutti i bambini la stessa possibilità di vita e di sviluppo, perché possano beneficiare degli enormi passi fatti dal progresso a livello globale“, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. In alcuni paesi la distanza tra bambini ricchi e poveri negli ultimi vent’anni è quasi triplicata, come nel caso del Perù dove è aumentata del 179%. Gli altri paesi meno virtuosi sono Bolivia (+170%), Colombia (+87%), Camerun (+84%) e Ghana (+78%).
“Non solo – conclude l’Associazione – nascere povero o ricco determina la cosiddetta “lotteria della vita”, altrettanto importante è dove si nasce poveri: una persona che nasce povera in India ha minori possibilità di una che nasce povera negli Stati Uniti”.
Eppure sono oltre 190 i Paesi nel mondo che hanno ratificato la Convenzione. Nonostante vi sia un generale consenso sull’importanza dei diritti dei più piccoli, ancora oggi muoiono ogni anno circa 11 milioni di bambini, in gran parte nei paesi in via di sviluppo. Senza considerare tutti quei minori emarginati, che vivono in condizioni inaccettabili, anche nelle nostre belle e “ricche” città.
È davvero questo il mondo che vogliamo per i nostri piccoli? Non sono forse gli adulti ad avere la responsabilità e il compito di assicurare e proteggere i diritti di tutti i bambini ad essere riconosciuti come persone? Ad essere accuditi, amati e rispettati nella propria individualità ed unicità. Ad avere garantite le condizioni per un’infanzia felice, per uno sviluppo sano ed integrale e per una educazione piena ed armoniosa.
“Io credo che i bambini nel mondo debbano essere liberi di crescere e diventare adulti, in salute, pace e dignità“. Nelson Mandela.
Roberta Ragni