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Riconoscere i sintomi del Parkinson per una diagnosi precoce

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Movimenti lenti, muscoli rigidi, tremore e perdita di espressione facciale sono i primi campanelli d’allarme che possono indicare l’esordio della malattia di Parkinson.

Tutti sintomi cui si associano un sonno agitato, la perdita dell’olfatto, la stipsi e qualche volta la depressione e, a patologia già avanzata, problemi di equilibrio e di deambulazione.

Di diagnosi precoce e dell’importanza di combattere la malattia sin dall’inizio si è parlato alla IV Giornata dell’informazione sulla Malattia di Parkinson, svoltasi sabato scorso, organizzata da Limpe, la Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, e Dismov-Sin, Associazione italiana disordini del movimento e malattia di Parkison, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero della Salute.

Secondo un’indagine Eurisko, il 78% dei pazienti con il morbo di Parkinson non conosce i sintomi della patologia, mentre circa l’87% non aveva pensato di soffrirne prima della diagnosi. Informazione è quindi, secondo gli esperti, la parola chiave.

In Italia, il morbo di Parkinson colpisce circa 250mila persone e, anche se di solito si manifesta dai 60 anni, sempre più spesso interessa una fascia d’età più giovane: il 25% dei pazienti ha un’età compresa tra i 40 e i 50 anni e il 10% ha un’età compresa fra i 20 e i 40 anni. In seguito a diversi studi si è scoperto che la malattia ha una componente genetica (sono interessati circa 25 geni). Il 20% dei pazienti eredita dai familiari i geni difettosi, altri pazienti diventano sensibili alla malattia per un’alterazione dei geni. Gli esperti spiegano comunque che per scatenare la malattia ci vuole l’intervento del fattore ambientale, un fattore variabile che non sempre si identifica con facilità.

Quanto alle cure, “in Italia la ricerca sulla Malattia di Parkinson sta conoscendo un nuovo impulso – spiega Giovanni Abbruzzese, Presidente della Limpe – e riteniamo che lo studio sulla prevenzione delle cadute possa aiutare quei pazienti che si trovano nella fase intermedio-avanzata della malattia e cominciano a presentare evidenti difficoltà di deambulazione e disturbi dell’equilibrio, con elevata frequenza del rischio di cadere“.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania