Non soltanto i bambini, ma anche gli adulti possono presentare gusti difficili a tavola, tanto da decidere di evitare situazioni che prevedono di consumare un pasto in pubblico e di declinare un invito a cena.
Mentre simili comportamenti da parte dei bambini erano già stati analizzati in precedenza, ora gli esperti si sono rivolti agli adulti.
Lo studio
Chi ha gusti difficili a tavola una volta cresciuto, dimostrandosi “schizzinoso” di fronte ad alcune pietanze, ha destato l’attenzione dei ricercatori della Pittsburgh University. Questi si sono occupati di intervistare, tramite un questionario online, quasi 7 mila volontari maggiorenni, al quale sono state affiancate delle scale di ricerca standardizzate che erano già state impiegate in situazioni simili.
Agli intervistati è stato richiesto di indicare tramite il questionario se fossero attirati da nuovi alimenti o se si dimostrassero restii ad assaggiare cibi mai provati prima. Inoltre a partecipare ad eventi sociali che prevedessero pranzi o cene in comune. Gli esperti hanno cercato di comprendere se nei soggetti sottoposti alle domande vi fossero dei casi di anoressia o di bulimia, anche latenti.
I risultati
I risultati delle analisi condotte da parte degli esperti sono stati pubblicati tra le pagine dell’International Journal of Eating Disorders.
Le ricerche condotte contribuiranno alle prossime decisioni da parte degli esperti riguardanti l’inserimento dei disturbi alimentari legati all’esclusione e al rifiuto patologico di alcuni alimenti all’interno della revisione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Questo potrebbe dunque contemplare anche i disturbi alimentari da evitamento o restrizione, “picky eating“, per utilizzare termini anglosassoni.
Chi da adulto presenta gusti difficili a tavola, potrebbe aver visto nascere un rapporto conflittuale con il cibo fin da bambino, dietro il quale vi potrebbero essere state motivazioni sociali, educative, psicologiche o patologiche.
La ricerca condotta negli Stati Uniti ha chiarito come gli stessi comportamenti riguardanti il rifiuto o l’evitamento di alcuni alimenti siano presenti in maniera identica sia negli adulti che nei bambini.
È stato rilevato come non sempre ciò sia indizio di una patologia, ma anche come un simile comportamento potrebbe sfociare in una malattia vera e propria. Ad esempio, un bambino difficile a tavola, secondo i ricercatori, potrebbe trasformarsi in un anoressico o in un bulimico da adulto.