La legge 40, riguardante la fecondazione assistita, è stata rinviata alla Corte Costituzionale per la quinta volta.
Poco tempo fa la legge era stata contestata presso il tribunale di Cagliari da parte di una coppia affetta da una grave malattia genetica, che aveva richiesto ai giudici la possibilità di effettuare una diagnosi pre-impianto.
Ora siamo giunti ad una nuova contestazione, proveniente dal tribunale di Firenze, che ha preso le mosse dal ricorso di una coppia milanese che ha rifiutato l’impianto di embrioni non testabili o malati, portatori della malattia genetica da cui gli stessi futuri genitori risultavano affetti. Il tribunale fiorentino ha dunque ritenuto opportuno sollevare dei dubbi rispetto alla costituzionalità della legge 40.
La legge è stata inoltre definita irragionevole, in quanto prevedere l’irrevocabilità del consenso circa l’avvio e la prosecuzione del trattamento di procreazione assistita. È stato ritenuto irragionevole anche il divieto di ricerca su embrioni abbandonati o malati, comunque non più impiegabili per finalità procreative e destinati all’autodistruzione certa nell’arco di qualche anno, secondo quanto dichiarato da parte dell’avvocato della coppia, Gianni Baldini.
Da parte di coloro che si oppongono alla legge 40, essa è vista non soltanto come irragionevole, ma anche come illogica, irrazionale e anticostituzionale, lesiva dei diritti delle donne e delle future madri. Secondo alcuni politici, la legge è da ritenersi antiscientifica e sarebbe da riscrivere da capo.
Importanti le parole della donna della coppia che ha presentato il proprio caso di fronte al tribunale di Firenze, che ha reso noto come la propria scelta di presentare ricorso contro la legge 40 sia dettata dalla volontà di ottenere il diritto di donare i propri embrioni non utilizzati, congelati e malati, che dunque non potranno essere impiantati, alla ricerca scientifica, affinché in futuro possano essere utilizzati per fare del bene ad altri. A partire dal ricorso presentato da parte della coppia milanese, il tribunale di Firenze ha deciso di rinviare la legge 40 alla Corte Costituzionale, sollevando soprattutto la questione della possibilità di destinare gli embrioni non impiantati alla ricerca scientifica.
Marta Albè