L’aterosclerosi, e tutte le altre malattie cardiovascolari collegate a questa patologia, potrebbero essere causate da una molecola chiamata Toll-like Receptor, meglio nota come TLR-2.
A sostenerlo è uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Imperial College di Londra e pubblicato su Circulation. Secondo l’indagine, il funzionamento eccessivo (iperattività) di questa molecola, che si trova sulla superficie delle cellule del sistema immunitario, causerebbe ictus, infarti e ogni altro evento cardiovascolare direttamente collegato all’aterosclerosi.
Gli studiosi hanno analizzato a fondo le placche aterosclerotiche nelle carotidi di 58 pazienti che avevano avuto un ictus: le hanno “sciolte” con enzimi specifici e, trascorsi 4 giorni, le hanno analizzate. Hanno così scoperto che le cellule avevano prodotto un’enorme quantità di molecole proinfiammatorie e sostanze in grado di danneggiare le arterie. Poi, hanno ripetuto l’esperimento mettendo a contatto con le cellule della placca anticorpi mirati contro recettori e molecole coinvolte nell’infiammazione. La conclusione a cui sono giunti è stata sorprendente: gli anticorpi anti-TLR-2 riducevano in maniera molto consistente la produzione di molecole infiammatorie, segno che la responsabile dell’infiammazione e dei danni alle arterie è proprio della TLR-2.
Ma vediamo di capire cosa si intende quando si parla di aterosclerosi. È una malattia infiammatoria cronica delle arterie di grande e medio calibro causata da alcuni fattori di rischio cardiovascolare (fumo, ipercolesterolemia, diabete mellito, ipertensione, obesità, iperomocisteinemia). Anatomicamente, la lesione caratteristica dell’aterosclerosi è l’ateroma o placca aterosclerotica, ossia un ispessimento dell’intima (lo strato più interno delle arterie, che è rivestito dall’endotelio ed è in diretto contatto con il sangue) delle arterie dovuto principalmente all’accumulo di materiale lipidico (grasso) e a proliferazione del tessuto connettivo.
Clinicamente l’aterosclerosi può essere asintomatica oppure manifestarsi, di solito dai 40-50 anni in su, con fenomeni ischemici acuti o cronici, che colpiscono principalmente cuore, encefalo, arti inferiori e intestino.
Altra cosa è invece l’arteriosclerosi, cioè un indurimento (sclerosi) della parete arteriosa che compare con il progredire dell’età. Questo indurimento arterioso è la conseguenza dell’accumulo di tessuto connettivale fibroso a scapito della componente elastica.
Ma torniamo alla nostra indagine. Lo studio messo a punto dai ricercatori inglesi sembra dunque confermare la cosiddetta “teoria infettiva” delle malattie cardiovascolari. Si tratta dell’ipotesi secondo la quale alla base di infarti e ictus potrebbe esserci la risposta infiammatoria dei vasi sanguigni per difendersi da microrganismi estranei.
Capito il percorso che porta all’insorgere dell’aterosclerosi si può quindi anche pensare di mettere a punto un trattamento mirato che blocchi questo processo, ha affermato la dottoressa Claudia Monaco del Kennedy Institute of Rheumatology and Vascular Surgery di Londra, responsabile della ricerca. Ciò significherebbe ridurre drasticamente la possibilità di essere colpiti da infarti e ictus, che attualmente sono tra le principali cause di morte nel mondo occidentale.
Rosamaria Freda