Sapori: i bambini preferiscono il dolce e l’amaro nella stessa misura. Al terzo posto ci sarebbe il salato, complici probabilmente le dosi minime che ai bambini è consigliato dare e per le quali, quindi, sono poco abituati.
All’ultimo posto si piazza il gusto acido, il più difficile da identificare. Sono i dati che emergono dal primo studio, finanziato dal MIUR, condotto su 500 bambini dai 5 ai 12 anni da ricercatori delle cliniche odontoiatriche pediatriche di Brescia, Roma Sapienza, Milano Statale, Bologna e Sassari.
“Abbiamo sottoposto i piccoli a un test del gusto proponendogli soluzioni dolci, amare, acide o salate in cui il sapore era via via più concentrato; fra un assaggio e l’altro davamo loro dell’acqua – spiega Alessandra Majorana Ordinario di Odontoiatria Pediatrica all’Università di Brescia – Ai bimbi è stato chiesto di riconoscere il sapore che gli veniva fatto assaggiare, per verificare a quale concentrazione riuscissero a identificarlo. Abbiamo così osservato che il sapore amaro e il dolce vengono riconosciuti dai bimbi anche alle concentrazioni più basse, mentre il salato e l’acido vengono percepiti alla seconda o terza prova, ovvero a concentrazioni di sapore più elevate. La soglia di percezione dell’acqua non è definita ma possiamo dire che tutti la sanno riconoscere“.
Insomma, pare che il gusto possa essere “allenato” con il tipo di cibi proposti proposti nella primissima infanzia. È per questo che i dentisti avvertono che i piccoli riconoscono benissimo il dolce, non occorre esagerare con lo zucchero nei cibi, nelle bevande o perfino nei farmaci per renderli graditi.