Anche i pulcini sono in grado di contare e sembrano farlo in un modo simile al nostro, da sinistra verso destra. Inoltre, sanno distinguere un oggetto posto fra molti altri.
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Lo studio
Questo è il risultato di uno studio condotto presso l’Università di Padova, in collaborazione con quella di Trento e con l’Ateneo del Saskatchewan in Canada. È stato poi pubblicato sulla rivista della Royal Society, Biology Letters.
La ricerca è stata condotta utilizzando dei pulcini di pollo (Gallus Gallus) di pochissimi giorni e delle nocciolaie di Clark adulte (Nucifraga Colombiana). Quest’ultimo è un passeriforme appartenente alla famiglia dei Corvidi.
Gli animali hanno dimostrato di saper riconoscere, in base alla sua posizione ordinale, un oggetto inserito in una fila che ne contiene altri 16 identici e allineati perpendicolarmente di fronte a loro, in modo da avere il primo più vicino e il sedicesimo più lontano.
La prova lampante, circa la capacità di computo dei giovani pulcini e delle nocciolaie, si è avuta quando sono stati in grado di identificare il medesimo oggetto nella posizione corretta anche dopo che la fila era stata ruotata di 90 gradi, quindi posta orizzontalmente rispetto alla prima fase dell’esperimento.
“Sono stati utilizzati nei nostri test 14 pulcini di pochi giorni a Padova e 12 nocciolaie adulte in Canada”
spiega la professoressa Lucia Regolin, docente del Dipartimento di Psicologia generale dell’Università di Padova nonché coautrice della ricerca.
Le 3 fasi
In una prima fase, abbiamo effettuato dei test di prova, in cui mostravamo agli animali che nel quarto o nel sesto vasetto dei sedici identici allineati c’era un verme. Per loro una prelibatezza di cui sono ghiottissimi.
Nella seconda fase abbiamo nascosto le esche dentro i vasetti e gli animali, pur non vedendoli, riconoscevano senza incertezze l’oggetto che li conteneva.
Nell’ultima fase abbiamo tolto i vermi dai vasetti e sia i pulcini sia le nocciolaie si sono ricordati della quarta o della sesta posizione, anche se la serie degli oggetti era stata ruotata di 90 gradi rispetto alla fase uno.
“L’altro dato veramente interessante” continua la professoressa Regolin “è la scelta di questi volatili di contare da sinistra a destra, come gli uomini, con i quali si può supporre un’origine evolutiva comune, anche se al momento è prematuro parlare di un legame con la linea numerica mentale umana.”
Lo studio dunque proseguirà proprio in questa direzione. L’obiettivo sarà capire quali siano le basi della capacità cognitiva che l’uomo condivide con questa specie così diversa. I dati finora raccolti sono sicuramente confortanti. Se è vero che le nocciolaie hanno comprovate capacità cognitive, prima fra tutte la memoria, i pulcini impiegati nei test, molti dei quali nati in laboratorio, hanno dimostrato di saper contare già a quattro o cinque giorni di vita.
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Un’altra ricerca
Non dimentichiamoci che l’Università di Padova non è la prima volta che “dà i numeri“. Infatti non è nuova a questo genere di ricerche.
Nel medesimo Dipartimento di Psicologia Generale, il professor Angelo Bisazza, nel febbraio 2008, pubblicò uno studio sui Gambusia Holbrooki. Questi pesciolini di circa cinque centimetri originari dell’America settentrionale importati in Europa per combattere la malaria, poiché ghiotti di larve di zanzara, sono capaci di contare fino a quattro.