Stagione invernale ed influenza: sembra un binomio ormai consolidato. Ogni anno ci prepariamo a fare i conti con la diffusione del virus influenzale, cercando protezione nei vaccini o in un’alimentazione mirata a rafforzare le difese immunitarie dell’organismo.
Lotta senza quartiere all’ultimo granello di polvere allora? Non è la soluzione: neppure i maniaci della pulizia possono salvarsi dalla presenza degli allergeni che provengono anche dai pollini che entrano in casa, dagli animali domestici o dagli insetti e causano reazioni cutanee, quali ad esempio dermatiti e orticarie, insieme a riniti e rinocongiuntiviti.
A questo è da aggiungere che all’esterno le precipitazioni e la nebbia provocano una maggiore umidità dell’aria, che favorisce la proliferazione di allergeni all’interno delle abitazioni. Tra questi, i più diffusi sono gli acari, che sono anche i principali responsabili delle reazioni allergiche cui abbiamo accennato, e contemporaneamente favoriscono l’insorgenza di attacchi di asma nei soggetti predisposti.
Abbiamo accennato al fatto che anche gli animali domestici possono provocare allergie, come chiarisce Giorgio Walter Canonica, direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio e Allergologia al San Martino di Genova, secondo il quale “Un ruolo di primo piano è svolto dall’allergene più potente del gatto, denominato Fel d1. Localizzato soprattutto sul pelo e in misura minore nella saliva, questo allergene si diffonde in maniera eccezionale con l’aria grazie alle dimensioni molto piccole delle sue particelle“.
Secondo quanto risulta dagli studi, l’ossessione per la pulizia può anche determinare, paradossalmente, un incremento delle reazioni allergiche in soggetti predisposti o in individui asmatici. Una ricerca svedese, infatti, ha preso in esame 198 bambini con allergia ed asma e 202 individui sani: è stata monitorata la qualità dell’aria delle loro camere da letto, per analizzare i composti chimici in essa presenti.
Dallo studio, pubblicato sulla rivista PlosOne, è emerso che la manifestazione di reazioni allergiche o di crisi asmatiche è favorita dalla presenza di composti come gli eteri del glicole propilenico – Pge – che si trovano per la maggior parte nelle vernici e nei prodotti per le pulizie. Come sottolinea il dottor Domenico Schiavino, direttore della Scuola di Specializzazione dell’Istituto di Allergologia del Policlinico Gemelli a Roma, infatti “i componenti usati per profumare i detersivi, ad esempio, possono provocare problemi di broncocostrizione a soggetti asmatici; le molecole contenute nella candeggina possono provocare qualche difficoltà di respirazione“.
Un fenomeno da tenere sotto controllo, quello delle allergie che al momento, come ricorda il dottor Canonica, interessa un europeo su tre, ma che, entro il 2020, potrà arrivare a coinvolgere la metà della popolazione del vecchio continente.