Antibiotico-resistenza; la diffusione mondiale della resistenza agli antibiotici nella popolazione potrebbe rappresentare una minaccia mortale, tanto che gli interventi di routine potrebbero non essere più considerati tali, mentre i trapianti non potrebbero essere più eseguiti. Si tratta di un allarme lanciato dalla Gran Bretagna da parte Dame Sally Davis, consulente governativa per la sanità pubblica.
A suo parere, nel corso dei prossimi vent’anni, se perderemo la capacità di combattere le infezioni, potremmo essere maggiormente esposti a contagi mortali. I trapianti e le operazioni di routine potrebbero diventare impossibili a causa dell’elevata mortalità dovuta a contagi da parte di batteri super-resistenti.
L’esperta sottolinea come al momento la ricerca da parte delle case farmaceutiche in merito agli antibiotici risulterebbe ferma, mentre andrebbe a suo parere potenziata, in modo tale da permettere all’umanità di contrastare le infezioni a cui potrà andare incontro in futuro a causa di batteri super-resistenti.
Secondo l’esperta, le aziende farmaceutiche andrebbero incoraggiate nella produzione di antibiotici, in quanto in questo momento non lo sarebbero, poiché il mercato degli antibiotici risulterebbe inferiore rispetto a quanto accade per i farmaci più comuni, rivolti ad esempio alla cura della pressione o del diabete.
Siamo però certi che la creazione di nuovi antibiotici, ed una maggiore diffusione del loro impiego, rappresenti la reale soluzione a tale minaccia presentata come catastrofica? A parere dell’OMS infatti, la nascita di batteri super-resistenti ai farmaci sarebbe dovuta proprio all’abuso di antibiotici.
Gli antibiotici andrebbero utilizzati unicamente nel momento in cui il ricorso ad essi sia indispensabile – come sottolineato anche da parte del professor Francesco Scaglione, direttore della Scuola di specializzazione in Farmacologia medica all’Università Statale di Milano, sulle pagine del Corriere della Sera, il quale aggiunge, che dovrebbe essere compito degli ospedali occuparsi di evitare la diffusione di ceppi batterici resistenti mediante misure igieniche da mettere in atto tempestivamente.
Marta Albè
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