Solitudine, sintomi da vera e propria dipendenza, dissociazione dalla realtà ed insonnia. Sì: l’essere sempre connessi per chattare, videochiamare, postare, non solo rischia di rendere le persone sempre più incapaci di rapportarsi al mondo reale, ma toglie anche preziose ore al sonno, soprattutto a quello dei giovani, con conseguenze molto pericolose.
A lanciare l’allarme è Francesco Peverini, direttore scientifico della fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno. Sul banco degli imputati, accanto ai computer, siedono anche televisione e videogiochi, mezzi tecnologici che i ragazzi hanno oggi a disposizione molto facilmente. Forse troppo facilmente. Perché, come denuncia Peverini, si sta riscontrando una “costante e pericolosa diminuzione della durata del sonno dei bambini e degli adolescenti che tendono a restare svegli fino a tardi a causa dell’eccesso di uso di tv, computer e videogiochi“. Il 30% dei giovani della generazione digitale “presenta un debito di sonno pari a quello dei lavoratori turnisti“, prosegue Peverini.
Dati sui quali riflettere; se è vero che gli adulti, inseriti in un fitto vortice di impegni nell’arco della giornata, spesso sacrificano a sua maestà il lavoro anche le ore notturne, per riuscire a resistere alle richieste sempre più pressanti del mercato. Per i ragazzi però non esistono reali necessità che costringano ad allungare il numero delle ore di veglia a discapito di una salutare dormita. Si tratta piuttosto, forse, di una inquieta “fame di vita”, del desiderio di spremere le giornate fino all’ultima goccia: ci sono sempre un video o una foto da postare, un amico, che magari è il vicino di casa, con cui chattare o un livello del gioco sulla play station da superare prima di abbandonarsi al sonno.
Come educare, allora, ad uno stile di vita più regolare? A venirci in aiuto sono proprio le belle giornate che questa primavera finalmente ci sta regalando: l’aumento del numero di ore di luce, insieme al clima più mite, rappresentano un forte incentivo a trascorrere più tempo all’aria aperta. Cerchiamo allora di incoraggiare i ragazzi a giocare una partita a pallone nel campo vicino casa, invece che sullo schermo del videogioco o a parlare con l’amico guardandolo negli occhi, invece di chattare, ciascuno chiuso nella sua camera. Dopo aver corso e sudato, i ragazzi più facilmente cederanno alla stanchezza di sera, ed il sonno vincerà sul richiamo suadente di computer e televisione.
Francesca Di Giorgio
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