Nota anche come vitamina del sole, in quanto sintetizzata dal nostro corpo attraverso la semplice esposizione ai raggi solari, la vitamina D è fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo.
Indispensabile fin dall’infanzia, aumenta la capacità di assorbimento di calcio da parte dell’intestino, favorendo il corretto sviluppo dell’apparato muscolo scheletrico e aiuta a mantenere le ossa forti. La sua utilità non si ferma qui. Nel momento in cui ci si domanda cosa prendere per le difese immunitarie basse, per contrastare la caduta dei capelli o per ridurre il rischio di sviluppare diabete, la risposta è sempre la stessa: vitamina D.
Naturalmente, questo non deve far pensare che si tratti di una molecola miracolosa e in grado, da sola, di allontanare tutti i rischi di malattie o patologie varie. Per rimanere a lungo in salute, è indispensabile fornire all’organismo il giusto apporto di tutte le vitamine, dalla A alla Q, nonché di proteine e oligoelementi.
In questo articolo focalizzeremo l’attenzione sul ruolo svolto dalla vitamina D nella prevenzione del diabete.
Indice
Vitamina D: in che modo aiuta a ridurre il rischio di diabete
Secondo gli studi effettuati dal Tufts Medical Center, l’integrazione di vitamina D in persone con alti livelli di zucchero nel sangue o prediabetici può ridurre del 15% il rischio che i sintomi progrediscano verso il diabete di tipo 2. La riduzione del rischio assoluto, a distanza di tre anni, è stata del 3,3%.
Sebbene la ricerca non abbia ancora fornito indicazioni chiare circa la dose corretta di vitamina D da somministrare per raggiungere i migliori risultati – soprattutto in considerazione del fatto che l’assorbimento di questa vitamina varia molto da soggetto a soggetto -, gli effetti della molecola sul controllo della progressione dei sintomi sono stati chiariti da studi precedenti. In particolare, la vitamina D sembra migliorare la capacità produttiva di insulina delle cellule del pancreas.
Quanta vitamina D per prevenire il diabete
Come detto, ad oggi gli studiosi non hanno ancora individuato il livello corretto di somministrazione di vitamina D per la prevenzione di soggetti prediabetici.
In ogni caso, chi non soffre di particolari patologie ha, in età adulta, un fabbisogno di questa vitamina pari a circa 600 unità al giorno. Questo valore varia a seconda dell’età, aumentando fino a 800 unità per gli anziani e scendendo a 400 unità per i neonati.
Particolari condizioni di salute, come obesità o malassorbimento, modificano il fabbisogno. In caso di dubbio o in presenza di sintomi che potrebbero far pensare a una carenza vitaminica, è sempre fondamentale consultare il proprio medico curante.
Vitamina D: sole, alimentazione, integratori
La principale fonte di vitamina D per il nostro corpo è il sole, il quale è in grado di soddisfare il 90% del fabbisogno giornaliero. I raggi UVB, colpendo la pelle, riescono a trasformare il 7-deidrocolesterolo in vitamina D3. Per questo motivo, ogni qualvolta se ne ha la possibilità, è importante esporsi al sole, scoprendo non solo volto e mani, ma anche braccia e gambe.
Il restante 10% del fabbisogno quotidiano può essere soddisfatto attraverso l’alimentazione, portando in tavola pesce, uova, latticini e alcuni tipi di carne.
In caso di carenze o impossibilità di ricavare la giusta quantità di vitamina D da sole o alimentazione, si può ricorrere a integratori vitaminici specifici, sempre dietro consiglio medico.