Cannabis, il suo utilizzo può giovare al cervello? Si ritiene che il THC, componente psicoattivo della marijuana, se impiegato in dosi controllate, possa contribuire a proteggere il cervello da danni cognitivi a lungo termine, presentatisi ad esempio a causa di tossicità dei farmaci, lesioni, convulsioni o ipossia. Dalla marijuana potrebbe giungere dunque inaspettatamente un aiuto per il mantenimento della salute del cervello.
La nuova scoperta è avvenuta grazie al lavoro svolto da parte dei ricercatori dell’Università di Tel Aviv, i quali hanno potuto evidenziare come basse dosi di THC possano proteggere il nostro cervello da gravi danni neurologici e da deficit cognitivi. La ricerca mostra come si possano sfruttare dosi molto basse del principio attivo, inferiori da 1.000 a 10.000 volte rispetto alle quantità presenti in uno spinello, per la protezione del cervello ed al fine di preservare le funzioni cognitive nel corso del tempo
I risultati ottenuti a conclusione dello studio condotto da parte dei ricercatori dell’Università di Tel Aviv sono stati pubblicati tra e pagine della rivista Behavioural Brain Research and Experimental Brain Research. A parere degli esperti, il trattamento potrebbe essere impiegato in diversi casi di lesioni al cervello. Il THC sarebbe infatti in grado di prevenire la morte delle cellule ed, allo stesso tempo, di promuoverne i fattori di crescita. Lo scorso anno la Toscana aveva aperto le porte all’impiego della cannabis per uso terapeutico ed i suoi effetti erano già stati studiati in precedenza per quanto riguarda la possibilità di alleviare ansia e stress post-traumatico.
In base agli studi condotti in laboratorio, il trattamento con THC avrebbe portato ad un aumento della presenza delle sostanze chimiche neuroprotettive. Il trattamento sarebbe utile sia per curare le lesioni cerebrali non appena esse siano avvenute, sia per prevenire lesioni che potrebbero avere luogo in futuro. Dopo aver indagato le potenzialità del THC nei confronti della difesa del cervello, ora gli esperti ne stanno studiando gli effetti positivi per quanto riguarda la protezione del cuore. I primi risultati in proposito sono stati giudicati incoraggianti. Dalla cannabis potrebbero dunque giungere presto nuove possibilità di terapia e cura.
Marta Albè
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