Ancora polemiche riguardo la sigaretta elettronica. Le opinioni si dividono, mentre un numero sempre più nutrito di fumatori abbandona le tradizionali sigarette per “abbandonarsi” alle cosiddette “e-cig“.
Il Consiglio Superiore della Sanità, però, ne ha vietato l’uso nelle scuole ed ha richiesto di regolamentarne la pubblicità, indicando sulla confezione i rischi per la salute e il pericolo causato dalla dipendenza da nicotina.
Tuttavia, i consumatori oggi sarebbero allarmati dal dato inequivocabile che i liquidi utilizzati nelle sigarette elettroniche siano nocivi alla salute, poiché altamente cancerogeni a causa della presenza di metalli pesanti. Tra le sostanze contenute nell’e-cig, infatti, troviamo il glicole propilenico, ossia un additivo alimentare che, se metabolizzato, diviene tossico e la E422, una glicerina vegetale utilizzata nelle macchine da fumo. E, ovviamente, la nicotina.
“I risultati dell’analisi svolta dal laboratorio indipendente milanese ‘Laboconsult’ su quattro diversi marchi di liquidi per e-cig (Old Cigar, Mental 4 Smoke, Tuscan e T-Fumo), pubblicati di recente da un noto settimanale italiano“, spiega Stefano Pozzi, amministratore delegato di New SMoke Network Srl, su La Stampa, “hanno escluso la presenza di sostanze cancerogene, quali idrocarburi policiclici aromatici, nonché di metalli pesanti, rinvenendo solo una debole presenza di solventi industriali contenuti anche nella nicotina pura e definiti dal responsabile del laboratorio, il professor Ferri, come ‘non preoccupanti’.
Opinioni discordi, dicevamo. C’è chi infatti ritiene la sigaretta elettronica un dispositivo meno nocivo delle tradizionali sigarette. Tanto che il business ad essa legato sembra essere un fenomeno inarrestabile. Quasi alla stessa stregua di una moda. Basti pensare che, sono in Italia, sono oltre 3 mila i negozi specializzati nei quali è possibile acquistare le sigarette elettroniche e sono 2 milioni gli italiani che hanno optato per la e-cig. Un giro d’affari di 500 milioni di euro che non è gradito ai produttori e rivenditori di sigarette tradizionali. Si pensi, infatti, che i tabaccai perderanno nel 2013 circa 600 milioni di euro.
E, voi, cosa ne pensate?
Federica Vitale
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