Dal virus dell’Aids può nascere una nuova speranza di vita? L’HIV, tuttora responsabile di migliaia di casi di morte nel mondo ogni anno, potrebbe rappresentare una vera e propria salvezza per i pazienti affetti da malattie rare, fin dall’infanzia. I risultati ottenuti dall’applicazione di cellule staminali e virus dell’AIDS per il trattamento di patologie molto rare si stanno rivelando incoraggianti.
Lo studio del virus dell’AIDS e della sua applicazione alle cellule staminali ha coinvolto oltre 70 ricercatori per un periodo di tempo della durata di 17 anni. L’intuizione basata sul ricorso al virus HIV è nata nella mente dell’esperto Luigi Nadini, ora direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon di Milano.
Dopo due anni di sperimentazione sui pazienti, i ricercatori hanno potuto verificare l’efficacia dell’applicazione del virus HIV per correggere le cellule staminali che si occupano della produzione delle cellule del sangue nei pazienti affetti da malattie rare. Il trattamento di nuova generazione ha permesso la regressione dei sintomi di sei bambini di età compresa tra i 3 e i 9 anni, affetti dalla sindrome di Wiskott-Aldrich e da leucodistrofia metacromatica.
Entrambi gli studi condotti sui pazienti affetti dalle due malattie rare sopracitate sono stati pubblicati tra le pagine della rivista Science. La nuova terapia, secondo quanto dichiarato da parte degli esperti, riesce a sfruttare pienamente le potenzialità dei vettori derivati dal virus Hiv. Grazie ad essa, i pazienti vengono posti al riparo dai danni più gravi provocati dalle malattie rare, che possono colpire il cervello ed il sangue in una maniera ritenuta irrimediabile, almeno fino ad ora.