È l’eremo di Caresto e arriva in supporto di tutte le coppie in crisi. Si trova su un delizioso colle marchigiano ed è gestito da religiosi. Sono diverse le persone che giungono qui da più parti per trovare pace e serenità.
Tuttavia, la peculiarità di questo eremo è quella di essere l’unico centro di spiritualità matrimoniale riservato alle coppie. Anche un’equipe di volontari presta servizio insieme ai religiosi che, mediante il messaggio evangelico e il dialogo, cerca di riunire le unioni con problemi.
Un successo che si è ampliato e diffuso con il tempo se si pensa che, solo fino a qualche anno fa, quando si avviò l’iniziativa, l’eremo ospitava solo 200 famiglie. Oggi il numero è notevolmente aumentato, essendo le coppie oltre mille e provenienti da ogni parte del Paese.
“Nel passato c’era molta più ipocrisia e le famiglie tendevano a nascondere i problemi. Oggi, per certi versi, è meglio: se la crisi esiste è bene affrontarla subito“,
afferma don Piero Pasquini, il fondatore della casa.
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Ma di cosa si tratta esattamente?
Un fine settimana di ritiro prevede l’ascolto e il dialogo delle famiglie o delle coppie con i volontari e lo stesso don Piero. Successivamente, alcune ore di solitudine vengono lasciate alle coppie in modo da ritrovare quella pace e serenità che la vita quotidiana, spesso, porta a perdere di vista.
“Perché quello che spesso manca nelle relazioni, così immerse nella frenesia quotidiana, è trovare il tempo materiale per parlarsi. Anche litigare va bene, solo che bisogna saperlo fare”,
commenta don Piero.
Tuttavia, l’eremo di Caresto è aperto anche ai separati e ai divorziati. Sebbene impegnati in una nuova relazione, anche con queste persone è bene “tessere un dialogo profondo“.
Secondo i dati Istat in Italia, purtroppo, nei primi otto mesi del 2023 i dati provvisori indicano una nuova diminuzione dei matrimoni (-6,7%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Più di un matrimonio su due celebrato con rito civile. Stabili i divorzi.
“Insomma, l’amore è un bene da preservare e non è una prerogativa del cristianesimo o della Chiesa. Piuttosto, un patrimonio condiviso dell’umanità”,
conclude don Piero.