Il Ku-Nye è un antico massaggio tibetano che si pratica da oltre 4.000 anni, una tecnica che si basa sull’armonia esistente tra i tre elementi che costituiscono l’anima e il corpo dell’essere umano: Long, l’aria; Chiba, il fuoco; Peighen, acqua e terra.
Il massaggio mira a riequilibrarli, servendosi di olii essenziali da spargere sul corpo per favorirne la penetrazione e agevolare la manipolazione del corpo. La parola Ku Nye deriva da Ku, che letteralmente significa “applicare olio” e si riferisce all’atto di ungere il corpo, e da Nye, che significa conciare le pelli degli animali.
Il massaggio, infatti, si compone di tre fasi: la prima, Ku, è l’applicazione dell’olio caldo, a cui sono aggiunte spezie ed erbe in base alla tipologia della persona e alla sintomatologia. Nye è il massaggio vero e proprio, seguito dall’ultima fase, Phyis, l’applicazione di farina per rimuovere l’olio. Si inizia dai capelli e dalla testa. Nel Ku si utilizzano manovre che producono calore e fanno penetrare l’olio e le sue sostanze; la fase del Nye consiste, invece, nello strofinare, impastare e picchiettare pelle, muscoli e tendini.
Il massaggio è praticato con le dita, il palmo delle mani e, talvolta, gomiti e avambracci. Si lavorano tutti i muscoli, coinvolgendo il tessuto connettivo e le articolazioni, per sciogliere il corpo e rilassare eventuali tensioni. Essenziale è che l’operatore abbia un contatto sensibile ed esperto con il corpo, tale da considerarlo importante, da difendere.
Con il Ku-Nye si lavora a stretto contatto con l’individuo e i suoi bisogni, eliminando le sue “corazze” ed aumentando l’apertura e la fiducia. Va da sé che il principale obiettivo di questo massaggio è proprio quello di liberare nuova energia e regalare vitalità.
Chiara Casablanca