cancro seno

Tumore al seno: prevenirlo con una diagnosi precoce

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

La malattia oncologica più frequente nelle donne è il tumore al seno. Ogni anno, una donna su nove si ammala di questa patologia, che resta tuttora la forma tumorale con la più alta incidenza di mortalità nella popolazione femminile. Può avere gravi conseguenze se diagnosticata in fase avanzata.

Il cancro al seno origina a seguito di una produzione incontrollata di alcune cellule da parte delle ghiandole mammarie. Queste cellule si trasformano in cellule maligne e possono, nel corso della loro crescita, intaccare i tessuti circostanti.

Il cancro al seno viene distinto in due categorie: invasivo e in situ.

Il carcinoma in situ riguarda la presenza di cellule tumorali racchiuse all’interno dei lobuli e dei dotti mammari, senza che queste intacchino i tessuti limitrofi. Nel caso del carcinoma invasivo invece, si assiste alla diffusione e all’infiltrazione delle cellule tumorali nei tessuti circostanti.

La maggior parte dei carcinomi alla mammella riguarda la formazione di tumori nelle cellule lobulari (legate alle ghiandole mammarie) o nei dotti lattiferi. Quest’ultima tipologia è quella più diffusa e riguarda circa il 70% dei casi di tumore.

L’insorgenza di questo genere di tumore può essere correlata a fattori di rischio come:

Età

Le probabilità di diagnosi di un tumore alla mammella aumentano con l’avanzare dell’età, anche se il 60% dei casi di tumore rilevati dagli studi riguarda donne al di sotto dei 55 anni.

Familiarità

La presenza di un familiare o di un parente stretto a cui è stato diagnosticato un tumore al seno o all’ovaio aumenta la probabilità di formazione di questo tipo di neoplasie.

Mutazione genetica

Il gene BRCA è associato alla comparsa di diverse forme di tumore al seno e all’ovaio. Il rischio di sviluppare questo genere di tumore è maggiore nelle donne con una mutazione a carico di questo gene.

Per aumentare le possibilità di sopravvivenza è quanto mai fondamentale una diagnosi precoce. In questo senso, se il tumore al seno viene individuato allo stadio 0, quindi ancora nella forma in situ, la probabilità di sopravvivenza a cinque anni delle donne trattate sale fino al 98%. Effettuare lo screening per il cancro al seno è quindi importante per una valida strategia di prevenzione.

Un autoesame di palpazione del seno è il primo passo per rilevare la presenza di noduli, secrezioni, dolore al seno o altre anomalie. È bene anche associare all’autopalpazione, dei controlli periodici con uno specialista in senologia in grado di rilevare le anomalie presenti nella mammella.

È possibile anche svolgere un semplice test genetico per individuare la presenza di mutazioni a carico dei geni BRCA a cui è associata la possibilità di insorgenza del tumore alla mammella o all’ovaio. Per effettuarlo è sufficiente un campione di saliva o di sangue dal quale viene analizzato il DNA per rilevare mutazioni a carico dei geni BRCA1 e BRCA2.

Ecografia e mammografia sono degli esami di screening essenziali per rilevare alterazioni nel tessuto della mammella o nelle ghiandole. La prima permette di fare una scansione dei tessuti mammari per rilevare la presenza di noduli o cisti che contengono del liquido, la seconda invece, considerata più affidabile, è in grado di rilevare le alterazioni non individuabili ad un esame di palpazione.

Fonti:

1 I numeri del cancro 2014 – pubblicazione a cura di Aiom, Ccm e Artum

2 Nastro Rosa 2014 – LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori)

3 Airc – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro

4 Campeau PM, Foulkes WD, Tischkowitz MD. Hereditary breast cancer: New genetic developments, new therapeutic avenues.

Human Genetics 2008; 124(1):31–42

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Laureata in Editoria e Giornalismo, ha cercato di unire le sue passioni al lavoro, che l'hanno portata ad occuparsi di raccontare storie che vi faranno appassionare. Curiosa ed eclettica, non può vivere senza il suo lago.