Ictus, possibile anche ai bimbi. A rivelarlo è stato uno studi condotto dalla dottoressa Rebecca Ichord del Children Hospital di Philadelphia. La pediatra infatti ha osservato come anche per neonati e bambini vi è il rischio di avere un ictus, solo che per essi non viene diagnosticato alcun sintomo nella fase iniziale.
La dottoressa ha preso in esame la situazione di alcuni piccoli che tra il 2003 e il 2009 erano stati colpiti da ictus: in tutto sono stati 90 bambini con un’età media di 6 anni. Durante il periodo d’osservazione, 12 di essi avevano avuto ictus ricorrenti, la maggior parte dei quali si erano presentati dopo un mese dal primo ictus.
Inoltre, in sei di questi 12 bambini, il primo ictus non era stato in alcun modo diagnosticato. Ciò è avvenuto solo dopo diversi e ripetuti attacchi. Diversamente che per gli anziani o per le persone di una certa età per i quali l’ictus è solitamente legato ad un aumento della pressione arteriosa, ad anomalie congenite dei vasi, al diabete, all’ipercolesterolemia o ad aneurismi, nei bambini l’ictus è sintomatico di altre patologie come l’anemia falciforme o altri disturbi cardiaci.
Nonostante le cause potrebbero essere diverse rispetto agli ammalati adulti, i sintomi della comparsa dell’ictus nei bimbi sono pressoché identici: tra essi ricordiamo principalmente l’improvvisa perdita di funzioni neurologiche, che ha come conseguenza problemi alla vista e all’articolazione del linguaggio.
Ma ad aggravare la situazione dei bambini vi è il fatto che a volte essi non sono in grado di descrivere i propri sintomi ed è quindi più difficile per il medico fare una corretta e tempestiva diagnosi.
E in merito allo studio e alle possibili soluzioni per aiutare i bambini colpiti da ictus la dottoresssa Ichard ha spiegato: “I risultati del nostro studio confermano quanto sia importante la diagnosi per ictus nei bambini il più presto possibile in modo che i medici siano in grado di fornire le cure di emergenza e adottare misure per prevenirne il ripetersi”.
Francesca Mancuso