Il certificato medico per i dipendenti della Pubblica Amministrazione dovrà essere inviato solo per via telematica all’Inps, entro i prossimi quattro mesi. È quanto emerge dalla circolare 1/2010 del dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica, pubblicata il 19 marzo scorso.
Brunetta colpisce ancora. La nuova formulazione dell’articolo 55 del decreto 165/2001, modificato appunto dalla riforma Brunetta, prevede che, nel caso non si rispetti tale norma, vi sia un illecito disciplinare. Ciò vuol dire che in caso di reiterazione si applicherebbe “la sanzione del licenziamento” per i medici delle Asl, mentre per i privati inadempienti è prevista la decadenza della convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, la radiazione dall’albo, oltre a multe e al carcere.
Nei giorni scorsi, infatti, il ministero della Salute in collaborazione con i ministeri del Lavoro e dell’Economia ha reso note le “modalità tecniche per la predisposizione e l’invio telematico dei dati delle certificazioni di malattia al SAC” (sistema di accoglienza centrale).
Ma vediamo cosa dice il nuovo decreto: “Per i tre mesi successivi alla pubblicazione del decreto (a partire dal il 19 marzo scorso) è riconosciuta la possibilità per il medico di procedere al rilascio cartaceo dei certificati secondo le modalità attualmente vigenti”. Nulla cambia per i prossimi tre mesi, ma tra quattro le cose saranno completamente rivoluzionate.
Per il mese successivo, è già previsto un “collaudo” delle nuove disposizioni, ma dal 19 luglio di quest’anno chi non adempirà a quanto stabilito dalla nuova norma, cioè chi non invierà per via telematica i certificati dei dipendenti della PA, rischierà grosso.
La misura del Ministro della Funzione Pubblica ha come fine ultimo l’assenteismo per malattia: “Questo – ha detto Brunetta – è risparmio di tempo, razionalizzazione e moralizzazione rispetto ai possibili abusi e comportamenti opportunistici”.
Francesca Mancuso