epilessia

Epilessia: 6 insegnanti su 10 non sanno cosa fare

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Sei docenti su dieci non saprebbero intervenire in caso di crisi epilettiche in aula. È il dato che emerge da un’indagine effettuata dalla Lega italiana contro l’Epilessia (Lice), in occasione della nona Giornata nazionale dell’Epilessia, in programma il prossimo 2 maggio.

In Italia questa patologia colpisce circa 500.000 persone, con 30.000 nuovi casi all’anno. Può manifestarsi ad ogni età e si tratta di scariche improvvise di una serie di neuroni che fanno parte della sostanza grigia dell’encefalo. Nel caso si assista a una crisi epilettica, l’unica cosa da fare è tentare di evitare che la vittima urti contro qualcosa, mettendola in posizione laterale non appena le convulsioni saranno terminate. Al risveglio, il soggetto sarà incosciente e si riprenderà del tutto sono dopo una sana dormita.

Da conoscere sono solo poche regole, eppure l’indagine diffusa dalla Lice e condotta dalla Doxa ha denunciato parecchi aspetti critici delle scuole italiane nei confronti degli studenti colpiti da epilessia. Il 58% degli insegnati ha ammesso di non sapere come comportarsi di fronte a una crisi epilettica e di avere lacune su quale possa essere un intervento appropriato, più del 40% pensa che un bambino epilettico abbia bisogno di sostegno, mentre un insegnante su 4 crede che l’epilessia possa portare a disturbi mentali e comportamentali.

A tale proposito Ettore Beghi, presidente della Lice, afferma che

“se è vero che talvolta l’epilessia si manifesta nel bambino in rare forme gravi che comportano rilevanti deficit intellettivi e disturbi comportamentali, è altrettanto vero che il bambino può essere affetto da forme di epilessia assolutamente benigne, compatibili con un rendimento scolastico del tutto adeguato”.

Leggi anche: Epilessia: facciamo luce sulla malattia

L’indagine della Lice vuole richiamare l’attenzione di tutti gli operatori del settore scolastico, perché è proprio prima dei 20 anni che si ha un picco di incidenza della patologia. Il messaggio, dunque, che proviene dalla Lega contro l’epilessia è che il bambino colpito da una tale malattia non è un diverso e non deve essere considerato tale.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania