Se gli over 65 abusano con il vino – dato che già emerse durante il Congresso della Società italiana di Psicogeratria –, gli under 16 vanno giù pesante con birra e superalcolici, rendendo un’abitudine il binge drinking, ossia il pienone di alcool in una sola occasione.
Sono i dati messi in luce dal rapporto dell’Istituto superiore di sanità, presentati ieri in occasione dell’Alcohol Prevention Day.
In media, 4 milioni di italiani di ogni età si ubriacano nel corso dell’anno. I giovani bevono in occasioni particolari anche più di 6 bevande alcoliche e sono più di 600 mila gli adolescenti al di sotto del’età minima consentita a consumare alcool. Tra coloro che ne bevono quotidianamente, ogni giorno 209 mila bicchieri di alcolici sono consumati in eccedenza da ragazzi che hanno tra gli 11 e i 18 anni.
In più, altra fascia che desta preoccupazioni sono gli over 65. Tra di loro, oltre 4 milioni di bicchieri al giorno sono consumati dai maschi e circa 1 milione dalle donne. Un abuso di alcool che comporta un aumento di malattie come cirrosi epatica, tumori, malattie cardiovascolari, incidenti stradali e domestici. Ciò è dovuto alla scarsa metabolizzazione dell’alcool a causa della riduzione, in un anziano, dell’attività dell’alcol-deidrogenasi, un enzima che si trova nel fegato e nello stomaco e che permette lo smaltimento dell’alcool in eccesso.
Prevenzione, allora, diventa la parola d’ordine. Afferma Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Iss: “Non possiamo dimenticare i 30 mila morti l’anno e i 110 mila ricoveri registrati negli ultimi dieci anni. Bisogna aumentare la consapevolezza per dare la possibilità di scegliere di non rischiare. È importante la ricerca per fare sviluppo e prevenzione. Bisogna fare pubblicità progresso, quella vera, che magari riesca a contrastare i 169 milioni di euro spesi in pubblicità di bevande alcoliche. Fondamentali, poi, il ruolo della scuola e della famiglia per imparare a gestire l’alcol”.