Sotto la doccia per caso o durante un auto-palpazione: quale che sia il modo attraverso il quale veniamo a conoscenza di avere un nodulo al seno, la prima, comprensibile reazione è panico.
Infatti, il primo pensiero corre verso quella malattia, il carcinoma mammario, un tumore maligno che colpisce molte donne e fino a poco tempo fa, era anche un male incurabile. È vero che grazie alle nuove cure e alla tecnologia, oggi anche una diagnosi non è più segno dell’inizio di un calvario, spesso inutile. Una diagnosi di tumore al seno, oggi, è una notizia sicuramente negativa e l’inizio di un percorso duro che, però, in buona parte dei casi può portare alla guarigione.
Tuttavia, prima di una diagnosi, c’è un tempo nel quale si fanno supposizioni. Si cerca di capire se ci sono altri sintomi significativi, si cerca una risposta alle proprie domande. Soprattutto, si palpa fino alla noia proprio quel maledetto nodulo, chiedendosi quale sia la sua natura.
In effetti, prima di un’accurata visita senologica, si rischia davvero di fare solo supposizioni a vuoto. La stessa visita senologica permette già di dare indicazioni attendibili sulla natura del nodulo, ancora prima di altri esami diagnostici.
Durante la visita, il medico cerca di carpire la forma della pallina: se è mobile e il suo bordo è liscio, quasi sicuramente si tratterà di una cisti. Se, invece, la pallina non risponde al movimento e la sua base è frastagliata, le cose si complicano e c’è bisogno di un’analisi approfondita. Un altro fattore che orienta la diagnosi verso il tumore maligno è la presenza di vasi sanguigni.
C’è da dire che le “palline” sottopelle spesso sono solo delle piccole cisti, soprattutto se si tratta di una ragazza giovane. È dai 35 anni in poi che la mammografia va eseguita ogni anno assieme al pap-test e più avanti si va con l’età, più la diagnosi diventa complessa. Per esempio, è abbastanza difficile diagnosticare un tumore maligno al seno dopo la menopausa.
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È importante, inoltre, capire la differenza tra fibroadenoma (tumore benigno) e cisti.
Il fibroadenoma è un nodulo di origine ormonale che non provoca dolore, neppure al tatto, ma può crescere rapidamente. Per questo deve essere asportato e i controlli post operatori devono essere frequenti perché la ricrescita avviene di frequente.
La cisti, invece, è in genere dolente. Essa, infatti, è una sacchetta di liquido la cui natura deve essere comunque indagata attraverso l’esame dell’ago aspirato. Spesso dopo un allattamento molto intenso, possono comparire delle cisti che altro non sono che delle sacche di latte ostruite. Anche per la cisti deve esserci una rimozione e anche in questo caso c’è il pericolo della ricaduta.
Il fattore della familiarità, per i carcinomi mammarici, ha un ruolo molto significativo: il rischio si moltiplicherebbe di 4/5 volte se la madre o la sorella hanno avuto questo tipo di cancro.
Il dolore al seno non è un fattore decisivo, soprattutto perché molte donne soffrono di male al seno qualche giorno prima delle mestruazioni.
La diagnosi precoce, per questa tipologia tumorale, è decisiva. Arrivare in tempo sullo sviluppo della malattia vuol dire poterla curare con successo e tornare a una vita normale. Perciò, siate sempre allerta: è importante battere questa malattia sul tempo e così poterla sconfiggere del tutto.