570 denunce in 4 anni, dal 2009 al 2012. Fra queste, 400 erano relative a casi che hanno comportato la morte del paziente, per errore imputato al personale medico e sanitario o per disfunzioni e carenze strutturali.
Sono questi gli allarmanti numeri emersi dalla relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari, presentata ieri a Roma alla Camera dei Deputati.
La relazione precisa che
“gli episodi di malasanità non sempre però hanno a che fare con l’errore diretto dell’operatore: spesso questi episodi derivano da disservizi, carenze, strutture inadeguate, inefficiente servizio di eliambulanza, lunghe attese al pronto soccorso, difficoltà di trasferimenti dal paziente da un ‘ospedale a un altro, casi di infezioni ospedaliere”.
Su 570 casi di presunti errori monitorati, 117 si sono verificati in Sicilia, 107 in Calabria, 63 nel Lazio, 37 in Campania, 36 in Emilia Romagna e Puglia, 34 in Toscana e Lombardia, 29 in Veneto, 24 in Piemonte, 22 in Liguria, 8 in Abruzzo, 7 in Umbria, 4 nelle Marche e Basilicata, 3 in Friuli, 2 in Molise e Sardegna, 1 in Trentino.
Ciò significa che oltre la metà dei casi (303, ovvero il 53,1%) è riferito alle regioni del Sud (Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia). Ciò evidenzia come
“le regioni che spendono di più non necessariamente hanno un’assistenza migliore”.
Inoltre, su 104 episodi di “malpractice” avvenuta al momento della nascita, la metà è concentrata tra Sicilia e Calabria, seguite da Campania e Puglia. Proprio nel Mezzogiorno, sottolinea la Commissione, si concentra un più alto numero di punti nascita di piccole dimensioni e con pochissimi parti e si concentrano anche le percentuali maggiori di tagli cesarei.
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Altri presunti errori sono collegati alla rete di emergenzaurgenza: persone visitate al pronto soccorso e poi mandate con leggerezza a casa, ma decedute poco dopo, pazienti morti dopo aver atteso per ore di esser visitati, ambulanze prive di defibrillatori. Anche per questi presunti casi di malasanità, il Sud Italia è penalizzato: 9 segnalazioni sono relative alla Sicilia, 7 alla Calabria, 6 al Lazio.
Altro dato interessante è una forte differenza tra Nord e Sud sul numero dei medici e posti letto. Nelle aziende sanitarie ed ospedaliere del Sud e delle Isole ci sono più medici che posti letto: rispettivamente 23.880 posti letto effettivi e 25.532 dipendenti medici.
A differenza delle altre regioni italiane più virtuose, in quattro regioni del Sud su sette, i medici sono più dei posti letto: Basilicata 490/580, Calabria 3.821/4.240, Campania 7.486/7.541, Sicilia 7.624/9.369. A queste si aggiunge il Lazio con 7.509 posti letto effettivi e 8.486 medici.
Infine, la Commissione interviene sull’ipotesi di eliminare ticket ed esenzioni, introducendo un meccanismo di franchigia proporzionale al reddito lordo: potrebbe causare
“l’impossibilità di un trattamento tempestivo, risolutivo e poco costoso, e l’aumento delle possibili complicazioni, delle eventuali possibilità di contagio e della generale morbilità”.
Così impostato, questo sistema, spiega la Commissione, dovrebbe frenare maggiormente i primi accessi al sistema, mentre non determinerebbe alcun limite agli accessi più costosi o più frequenti, basandosi sull’ipotesi che l’inappropriatezza stia più tra i primi che tra i secondi.
Sarebbe necessario, invece,
“potere garantire ai cittadini l’accesso alle cure attraverso una partecipazione solidaristica e progressiva alle spese, evitando il più possibile gli effetti negativi della compartecipazione ai costi mediante ticket standardizzati”.
Tabella Regioni (fonte Ansa) sui dati della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario:
- PIEMONTE: 24 casi complessivi di presunti errori sanitari e criticità, di cui 18 con decesso del paziente
- VALLE D’AOSTA: 0 casi e 0 decessi
- LIGURIA: 22 casi e 14 decessi
- LOMBARDIA: 34 casi e 13 decessi
- TRENTINO ALTO ADIGE: 1 caso e 1 decesso
- VENETO: 29 casi e 16 decessi
- FRIULI VENEZIA GIULIA: 3 casi e 2 decessi
- EMILIA ROMAGNA: 36 casi e 28 decessi
- TOSCANA: 34 casi e 22 decessi
- UMBRIA: 7 casi e 3 decessi
- MARCHE: 4 casi e 1 decesso
- LAZIO: 63 casi e 42 decessi
- ABRUZZO: 8 casi e 8 decessi
- MOLISE: 2 casi e 1 decesso
- CAMPANIA: 37 casi e 30 decessi
- BASILICATA: 4 casi e 3 decessi
- PUGLIA: 36 casi e 25 decessi
- CALABRIA: 107 casi e 87 decessi
- SICILIA: 117 casi e 84 decessi
- SARDEGNA: 2 casi e 2 decessi