Niente è più commovente di un gatto molto malato. Un cane nelle stesse condizioni non fa proprio così tanta pena, perché perlomeno è prevedibile che i cani mugolino o si lamentino quando stanno male o sono feriti. Ma quando il tanto stoico felino è ridotto allo stremo è ovvio che questo è davvero un brutto spettacolo.
Quindi è proprio naturale che quando i nostri gattini cominciano a stare meglio dopo un brutto periodo ci sentiamo profondamente sollevati. E, conoscendo così bene i nostri gatti, possiamo scommettere che noteremo i cambiamenti prima ancora di quanto possa fare un veterinario. Noi conosciamo a fondo i nostri amici felici, meglio di un veterinario!
Ma questo potrebbe significare che chi ha dei gatti è così suscettibile da vedere miglioramenti quando in realtà non ce ne sono?
Uno studio recente sostiene che questo è quasi possibile. I ricercatori hanno fatto grossi passi avanti conducendo uno studio in tre parti in cui viene presentata una terapia per gatti in stato degenerativo che collega la malattia ad un effetto placebo con lo scopo di verificare se c’è un modo statisticamente provato di eliminare l’effetto placebo su chi assiste un gatto malato, questo è il modo in cui gli scienziati lo chiamano, e di stabilire la reale efficacia delle medicine.
Conosco perfettamente il desiderio di veder migliorare le condizioni di un gatto che amiamo. Quando un paio d’anni fa la mia gattina si ammalò. Ma ero abbastanza realista da non poter negare quanto fosse malata, e non c’era modo di riuscire a non vedere il dolore nei suoi occhi.
Dall’altra parte, ho il mio gatto Siouxsie che ha una grave artrite sulle zampe posteriori. Ho cominciato a somministrarle una nuova medicina alle erbe un paio di mesi fa. Sapevo che mi sarei illuso di vedere miglioramenti sebbene non ce ne fossero, e so che molta gente è scettica nei confronti della medicina alternativa e dei rimedi alternativi in generale, così ho preso un video in cui la gatta camminava prima di iniziare la cura per poterlo confrontare con quello che farò tra un paio di settimane. Mi sembra che la medicina abbia davvero diminuito il dolore e migliorato la qualità della sua vita. È diventata più attiva e chiede di nuovo di salire sulle spalle, cosa che non aveva fatto per diversi mesi. Parlando in generale, sembra più vivace e indaffarata, e meno irritabile.
Perfino il mio veterinario, che la vede una volta ogni pochi mesi, ha notato la differenza da quando l’ho portata per l’ultimo controllo. Naturalmente tutti desideriamo che i nostri gatti siano in buona salute, felici e privi di dolori, ma dobbiamo stare attenti che i nostri desideri non ci rendano ciechi di fronte alla realtà dell’efficacia o inefficacia della terapia che stiamo facendo. Negare l’evidenza non è solo una perdita di tempo e di energie, ma è crudele e disumano.
Un esempio significativo: una volta ho conosciuto una donna il cui cane più anziano aveva una grave artrite, stava diventando cieco e stava scivolando nella demenza. La proprietaria del cane mi chiese un consiglio. Le dissi quello che vedevo: il cane era visibilmente terrorizzato perché aveva dolori atroci, non poteva vedere, non sapeva dove si trovava e non riconosceva neppure le persone che dovevano esserle familiari.
Avrei voluto essere compassionevole con la donna, ma dovevo dire anche la verità: – Io ti conosco, so che i bambini amano il cane e so che è una presenza importante nella vostra vita, ma penso anche che tu sappia che non è un bel gesto, un atto di cortesia, benevolenza, farla vivere in queste condizioni. Mi disse chiaramente che non voleva stare a sentire ciò che avevo da dire perché rifiutava di sottoporre il cane ad eutanasia, optando invece per rimedi omeopatici e aspirina, che purtroppo non la aiutava realmente.
Mi si spezzò il cuore a vedere questo cane che aveva chiaramente negli occhi quello sguardo infelice ed era più che pronto a porre fine alla sua sofferenza, vivere in quel terribile stato per diversi mesi ancora solo perché la sua padrona si rifiutava di vedere e affrontare la realtà riguardo la malattia e il dolore del suo cane, si rifiutava di ammettere quanto fosse malato e sofferente il suo cane.
E tu? Hai mai visto un animale soffrire mentre il suo padrone sostiene che si stia riprendendo, quando invece è palese che questo non è vero? Oppure, hai mai assistito ad una ripresa che gli altri non hanno visto e hai dovuto spiegare, alla gente che chiedeva, perché hai lasciato che il tuo gatto continuasse a vivere?
Fonte: Care2