La guerra alla calvizie ha tante strategie ma non tutte sono infallibili e spesso si rischia di perdere solo tempo e soldi senza ottenere i risultati tanto desiderati.
Tra i tanti metodi utilizzati è appena stato diffuso uno che è molto particolare: se siete facilmente suggestionabili e vi dà fastidio solo il parlare di sangue, allora non è proprio adatto a voi perché… utilizza proprio il sangue iniettato nel cuoio capelluto. Ma cerchiamo di capirne qualcosa in più.
Questo trattamento prende il nome di Prp Ht (Plateler rich plasma hair therapy – Terapia dei capelli con plasma arricchito di piastrine) è nato in America, ma si sta diffondendo in Italia.
Per capire meglio in cosa consiste la Prp Ht possiamo affidarci alle parole di Valeria Dente, responsabile del settore Tricologico dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (Idi) di Roma: la dottoressa sottolinea come questa tecnica rappresenti “una soluzione a metà strada tra la terapia domiciliare fatta di pillole e lozioni, e il trapianto; ed è una soluzione immunologicamente neutra e priva di tossicità. La Prp Ht si fonda sul principio secondo cui le cellule staminali presenti nel bulbo del capello sono dotate di recettori per i fattori di crescita. Poiché il sangue contiene molte piastrine, a loro volta ricchissime di fattori di crescita, si utilizza il sangue stesso del paziente, opportunamente lavorato con un macchinario ad hoc, una centrifuga che separa le componenti del sangue proprio per ottenere un composto ricco di piastrine“.
Quindi la parte principale viene fatta dalle piastrine che dovrebbero stimolare le cellule staminali dei bulbi piliferi per stimolare la produzione di capelli. Ma non è una tecnica che può essere effettuata da chiunque ma serve un ematologo e quindi il ricorso alle cure ospedaliere. Il trattamento serve a curare quindi l’alopecia di donne e uomini e porterà ad un aumento del numero di capelli e ad un rafforzamento di quelli esistenti a partire dal loro spessore.
Ve la sentireste di utilizzare questo metodo per la cura della calvizie? I risultati dicono che funzioni molto bene ma l’idea di iniezioni di sangue lascia ancora un po’ interdetti e impauriti.
Lazzaro Langellotti