Come porti i capelli bella bionda… tu li porti con la cofana. Eh sì, ed è meglio che ci abituiamo all’idea, perché la suddetta cofana è ritornata in auge da qualche anno a questa parte e sarà un must dell’autunno-inverno.
Non sapete di cosa stiamo parlando? Aggiornatevi! Si tratta di capelli molto (ma molto) voluminosi sulla sommità, cotonati per bene, e poi raccolti in eleganti fasce tricot.
Perciò, chi si sveglia per sua natura con 30 centimetri di capelli aggrovigliati, se li tenga magno cum gaudio e butti via la spazzola! Chi invece non ha neanche l’ombra di una cofana ma soltanto qualche capello liscio, svogliato e magari anche corto, provveda subito: ci sono le extensions, le parrucche (chissà che non si trovino già a forma di cofana) e, per le più pazienti, ci sono ore ed ore di cotonatura col pettinino, proprio come si faceva una volta. Poi ci starebbe da dio un occhialino a punta.
E se portare i capelli aggrovigliati in un’impalcatura di lacca a prima vista vi sembra improponibile, rassegnatevi: in passerella la cofana è stata la presenza più frequente, oltre che quella più ingombrante! Da Jean Paul Gaultier a Ermanno Scervino, da John Richmond agli extremis di Bottega Veneta, dall’impeccabile Fendi fino allo stilista di quartiere ancora sconosciuto, tutti hanno proposto questa stravagante acconciatura che, sorvolando sull’estetica, ha comunque il vantaggio di aumentare – almeno apparentemente – l’altezza della donna che, coraggiosamente, la propone.
In principio fu Amy Winehouse, ma a quell’epoca riproporre la cofana sulla scia della grande “BB” o della Loren faceva parte della sua irrimediabile stravaganza, e per giunta era a pennello con l’eyeliner sparato in fuori. Poi, quando mezze dive del mondo, da Letitia Casta a Megan Gale, da Victoria Beckam a J.Lo l’hanno imitata, si è potuto parlare ufficialmente di “tendenza” della moda. E così ci ritroviamo a dover lottare allo specchio o dal parrucchiere per ottenere un’acconciatura posticcia che ci renda un misto tra la zia Jetta e Marge Simpson, passando per l’indimenticabile Moira Orfei, che si è fermata (beata lei) agli anni Sessanta.
Recentemente, a Chicago, è stato perfino organizzato un tributo a Margaret Vinci Heldt, la hair stylist che ha avuto il merito (merito?) di inventare l’ormai famosissimo beehive, “cofana” per gli amici (come il recipiente basso in cui i muratori trasportano la malta). Nel 1960, la rivista “Modern Beauty Salon” chiese a Margaret di proporre uno styling totalmente nuovo, che potesse incarnare l’ideale di bellezza del decennio alle porte. E lei prese spunto da un suo cappellino – un modello in velluto nero, ispirato ai fez mediorientali – per creare un’acconciatura torreggiante, costruita con abbondanti cotonature e un massiccio utilizzo di lacca. L’obbiettivo fu centrato in pieno: il neonato beehive si diffuse immediatamente, diventando una delle pettinature più iconiche degli anni Sessanta.
E dopo quattro decenni è di nuovo tra noi, più glamour che mai.
Vi abbiamo convinte? E se proprio su di voi la cofana non viene, state tranquille: va di moda anche la versione spettinata.
Marina Piconese