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Protesi al seno Pip,la denuncia dei chirurghi plastici italiani

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L’Aicpe, l’associazione dei chirurghi plastici estetici, ha deciso di denunciare la società francese Poly Implant Prothesis, produttrice delle famose protesi, e l’ente certificatore tedesco T.U.V. Rheinfeld, chiamato ad effettuare i controlli.

“Abbiamo depositato al tribunale di Roma una querela contro il fabbricante delle protesi Pip e contro chi avrebbe dovuto controllarle, in quanto i chirurghi che hanno utilizzato gli impianti incriminati sono stati oggetto di truffa, alla stregua di tutte le pazienti“, afferma Mario Pelle Ceravolo, vicepresidente di Aicpe.

I chirurghi ritengono che il medico che ha collocato le protesi PIP non abbia colpe, perché ha utilizzato un prodotto con marchio CE, riconosciuto sia dalla comunità scientifica, sia dagli organismi incaricati del controllo sulla qualità. E anche il prezzo non ha consentito valutazioni di sorta, dal momento che le protesi PIP costavano esattamente quanto protesi prodotte da ditte diverse.

I medici chirurgi inoltre denunciano la totale inadeguatezza del sistema di controllo e di sorveglianza nei confronti di questo tipo di dispositivi medici e la mancanza di verifiche prima della commercializzazione e durante il periodo di utilizzo. Ma vanno cauti: “L’allarmismo che si è creato non è giustificato: è vero che in alcune pazienti si sono verificate delle rotture e delle infezioni, ma non ci sono evidenze scientifiche che mettono in relazione le protesi Pip con il cancro al seno o con rischi diversi da quelli relativi ad altre protesi“, conclude Pelle Ceravolo.

Ricordatevi, infine, che si è sottoposto a un intervento deve rivolgersi al proprio chirurgo prendere le eventuali misure di controllo o terapeutiche.

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