In Italia è boom di allevamenti di lumache: il comparto dei molluschi dalla proverbiale lentezza conta nel Bel Paese ben 6.000 impianti per 8.000 ettari in attività e circa 90 milioni di euro di fatturato annuo per l’intera filiera. Terra ideale, il Sud Italia, grazie alle condizioni climatiche favorevoli.
Il giro d’affari mondiale legato all’elicicoltura, come è chiamato l’allevamento delle chiocciole, ha fatto registrare i 950 milioni di euro di incassi. Altro che crisi economica, verrebbe da dire.
Le lumache allevate non sono destinate solo a fritture, insalate o polpette, ma anche alla realizzazione di prodotti cosmetici e trattamenti di bellezza. “La bava di lumaca, la scia che questi molluschi lasciano al loro passaggio, è un potente cicatrizzante – spiega Carla Scesa, specialista in cosmetologia, professore di Chimica dei prodotti cosmetici all’Università Cattolica di Roma – e ha una proprietà lenitiva e anche idratante, oltre che un’azione anti-rughe”. “Viene utilizzata per la crema Elicina -continua l’esperta- ed è una sostanza che contiene acido ialuronico, vitamine, amminoacidi, e si può ottenere senza uccidere il mollusco. È un rimedio importato dalla tradizione cilena, ma anche nelle nostre campagne, un tempo, si mangiavano lumache crude contro le ulcere“. Grazie ai suoi enzimi, la lumaca ci regala anche una valida cura per piaghe, ustioni e persino smagliature.
Insomma, dalla tavola alla cosmetologia il mondo della lumaca, forse ancora troppo poco conosciuto, non smette di stupire.
Roberta Ragni