160 tipi diversi di filler che possono essere iniettati da chiunque: è questo l’allarme lanciato da alcuni esperti britannici – proprio nei giorni in cui monta lo scandalo delle protesi mammarie francesi PIP – a proposito delle iniezioni antietà disponibili nel Regno Unito.
In pratica, gli inglesi lamentano che le iniezioni anti-età con botulino e altri filler biologici o sintetici non sono regolamentati da norme sufficientemente severe, al contrario dei Usa, per esempio, dove sono solo sei i filler stati approvati dalla Food and Drug Administration.
Ogni anno in Inghilterra vengono praticate centinaia di migliaia di iniezioni anti-età, per le quali non serve nessuna preparazione medica, tanto che è possibile farsele da sè o farsele fare dalla propria estetista. Sally Taber, direttrice dell’Independent Healthcare Advisory Services, un’associazione che rappresenta il settore della chiriugia estetica, dichiara: “La prossima volta ci sarà un paziente con un filler pericoloso arrivato dalla Cina e ci chiederemo come abbiamo fatto a permettere che una cosa del genere accadesse. Dobbiamo lavorare insieme per eliminare queste pratiche spaventose”.
Infine, Fazel Fatah, presidente della Baaps, l’associazione britannica dei chirurghi plastici, denuncia l’assenza di una regolamentazione nel settore privato della chirurgia estetica, a dispetto del settore pubblico in cui i chirurghi plastici devono essersi sottoposti ad un addestramento di circa sei anni.
E in Italia? I filler si distinguono in temporanei se riassorbibili (Collagene, Acido Ialuronico, Mucopolisaccaridi…) e permanenti se non riassorbibili (silicone, plexiglas, acrilamide…). Qui da noi l’utilizzo dei filler è disciplinato dal decreto legislativo n° 46 del 24 Febbraio 1997, in attuazione della direttiva 93/42 CEE del 14 Giugno 93 che li classifica come dispositivi medici.