Dopo la notizia che basterebbe bere un bicchiere di birra per avere almeno una taglia in più di reggiseno, ecco un po’ di considerazioni sul più classico dei metodi per l’aumento del seno (e il più praticato in Italia): la mastoplastica additiva.
Ma quante delle donne che vogliono ricorrere alla plastica al seno sono sicure al 100% di un cambiamento del genere? E soprattutto, quante sanno veramente a cosa vanno incontro?
Volendo dare una definizione dell’operazione in questione, si può definire la mastoplastica additiva come quell’intervento di chirurgia estetica o ricostruttiva – effettuato in anestesia locale o totale – che consiste nell’inserimento di una protesi, riempita di gel di silicone o di soluzione fisiologica, sotto il muscolo pettorale. Tale protesi permette di aumentare il giro e il volume del seno di almeno una taglia ed ha una durata minima di dieci anni.
Per far prendere poi loro una decisione razionale e soprattutto consapevole, ecco una panoramica sulle situazioni in cui l’intervento al seno è richiesto o consigliabile e quelle invece in cui è controindicato.
Pensando alle prime, si può ricorrere all’intervento per correggere un cedimento o una diminuzione del volume dopo una gravidanza o un forte e rapido dimagrimento. Ma anche per armonizzare seni di dimensioni diverse o per migliorare l’aspetto e il volume di un seno piccolissimo. Ragioni esclusivamente estetiche che non cambiano di certo la vita, ma che posso aiutare a sentirsi a proprio agio con se stessi e soprattutto a vivere meglio la propria femminilità.
Ci si può sottoporre ad una mastoplastica additiva, però, anche per qualcosa di più grande ed importante, come la ricostruzione del seno dopo un’amputazione chirurgica dovuta, per esempio, ad un tumore. In tutti questi casi, è requisito indispensabile la perfetta salute fisica e psicologica.
Dall’altra parte, invece, l’intervento al seno è fortemente sconsigliabile quando si ha una spiccata fragilità psicologica: per i problemi di autostima o in generale legati alla propria psiche è efficace soltanto la psicoterapia. Solo se dopo la terapia si ha ancora voglia di farsi aumentare il seno si deve prendere in considerazione l’operazione.
Altra circostanza da non valutare è quando si viene spinti verso il bisturi dal proprio partner solo perché a lui piace un seno più grande. È importante distinguere il proprio desiderio da quello del compagno anche perché, dopo l’intervento, non si può tornare indietro o almeno non così semplicemente.
Infine, è bene prestare attenzione anche all’età. A causa dei rischi legati all’anestesia, è da sconsigliare l’operazione dopo i 50 anni. Così come è inopportuno sottoporsi alla mastoplastica in età adolescenziale, soprattutto quando si è mossi puramente da un senso estetico o di emulazione di personaggi famosi.
Ora con pro e contro alla mano è sicuramente più semplice valutare. E se si decide per il sì, conviene affidarsi a professionisti del settore che operino in strutture ben organizzate e soprattutto a norma di legge. (Quindi alla larga da chi offre prezzi scontati!). Poi è bene scegliere una persona che sappia capire le proprie esigenze e le motivazioni, che sia in grado di approvare o rifiutare una decisione e di rassicurare la paziente rispondendo a tutti i dubbi e le domande del caso: questo è indispensabile per la corretta riuscita dell’intervento.
Così come è fondamentale presentarsi nel giorno dell’operazione sereni e convinti: stress e nervosismo posso solo causare complicazioni durante l’intervento.
La mastoplastica additiva è un’operazione chirurgica a tutti gli effetti: oltre ad aprire il portafogli, apri la tua mente e usa il cervello!
Fabrizio Giona