Uno dei problemi che affligge i giovanissimi, con ripercussioni sulla loro vita sociale e sulla loro autostima, è l’acne.
Considerata un normale “effetto collaterale” della crescita, viene spesso sottovalutata senza pensare alle conseguenze – anche psicologiche – che può avere sulla vita dei ragazzi.
Un gruppo di ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center ha analizzato diversi studi sulla questione, giungendo alla conclusione, neanche tanto sconcertante, che chi soffre di acne giovanile rischierebbe tre volte più degli altri la depressione, soffrirebbe più spesso di ansia e tenderebbe ad avere meno autostima.
Dicevamo che i risultati dicono poco di nuovo, ma invitano comunque ad una riflessione: “Non sempre i giovani manifestano apertamente il loro disagio, che può emergere anche solo da un calo del rendimento scolastico – sottolinea Luigi Gnecchi, dermatologo dell’ospedale San Gerardo di Monza —. A volte però il malessere psicologico è sproporzionato rispetto alla gravità del disturbo. Si parla, allora, di acne dismorfofobica“.
Quel che importa, dunque, è non sottovalutare la patologia, ricorrendo alle eventuali cure necessarie in modo da non aggiungere al problema fisico anche la sofferenza psicologica.
Già nel 2003 erano state date, dal gruppo di studio internazionale “Global Alliance to Improve Outcomes in Acne”, alcune indicazioni di base sulla cura dell’acne: per le forme più lievi (punti neri e qualche brufolo) si consigliano creme a base di retinoidi, derivati della vitamina A; si passa poi all’azione degli antibiotici nei casi in cui aumenta l’infiammazione; per le espressioni più gravi, con cisti e noduli, si deve invece agire con l’isotretinoina, da usare però con cautela, soprattutto nelle donne in età fertile.
Le cure vanno ovviamente calibrate su ogni soggetto, tenendo conto anche delle implicazioni psicologiche dell’acne: “Bisogna considerare le condizioni generali del paziente, il suo stile di vita e l’impatto psicologico che l’acne ha su di lui – commenta Riccarda Serri, dermatologa dell’Università di Milano -. Se pochi brufoli creano già un forte disagio, meglio agire subito“.
Cosa fare quindi per curare al meglio la patologia? Detergenti, creme e trucchi (quelli giusti) possono aiutare a proteggere la pelle diventata più sensibile e a coprire gli effetti dell’acne, con la conseguenza di migliorare l’aspetto di chi ne soffre e, quindi, rassicurarlo a livello estetico.
I trattamenti di peeling e laser vengono invece usati per cancellare le tracce spesso lasciate, come cicatrici e macchie, ma bisogna stare attenti quando vengono usati mentre l’acne è ancora attiva, perché rischiano di peggiorare la situazione aumentando l’infiammazione della pelle. Le terapie fotodinamiche, che agiscono sull’infiammazione del follicolo acneico, costano invece troppo per poter essere accessibili a tutti, pur dando buoni risultati.
Qualunque forma di acne abbiate, o abbiano i vostri figli, il consiglio è di rivolgersi esclusivamente a dermatologi e personale specializzato, evitando le cure fai-da-te e tenendo sempre conto dei disagi che la malattia può dare nei più giovani.
Eleonora Cresci