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Cosmetici gluten free? Il glutine non passa attraverso la pelle

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Cosmetici pericolosi per i celiaci? Possibile se contengono tracce di glutine, come molti prodotti per il make up e per l’igiene orale.

L’allarme arriva dal congresso dell’American College of Gastroenterology di Washington, che sono partiti dal caso di una 28enne che, pur non consumando alimenti con glutine, continuava a riportare gli stessi sintomi gastrointestinali e la pelle ricoperta di macchie rossastre, fastidi che le sono passati completamente quando “ha interrotto l’uso di una crema emolliente per il corpo, reclamizzata come naturale“, spiega Marie Borum, gastroenterologa della George Washington University.

I ricercatori hanno così analizzato i 10 prodotti di bellezza più venduti negli Stati Uniti e hanno notato che solo 2 riportavano informazioni dettagliate ed esaustive circa l’eventuale contenuto di glutine.

Mentre le indicazioni sugli alimenti sono complete, non si può dire lo stesso per i cosmetici, anche quando si tratta di prodotti che vanno in contatto con le mucose, le labbra ed il viso. L’industria cosmetica usa i derivati di grano, frumento, farro, segale, kamut e orzo, che possono contenere tracce della frazione lipoproteica del glutine“, afferma la Borum.

Ma i celiaci rischiano davvero utilizzando linee cosmetiche non “gluten free”? Secondo l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) no, dal momento che il glutine non passa attraverso la cute e quindi un prodotto cosmetico su un paziente celiaco non può causare una crisi, a meno che non sia ingerito. E, anche in questo caso, la quantità di glutine sarebbe così bassa da non poter scatenare una risposta a livello dei villi intestinali.

È per questo motivo che il Comitato Scientifico dell’AIC ha già espresso parere negativo sull’utilizzo di diciture o simboli relativi all’assenza di glutine sui cosmetici.

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania