Ci mancava solo questa. Non bastavano le normali paure che assalgono tutti noi quando dobbiamo prendere un aereo e che vanno dal terrore irrazionale di non toccare di nuovo il suolo a quello molto più pragmatico – e quanto mai attuale – di arrivare alla meta con un ritardo mostruoso. Ora ci si mette anche uno studio condotto da un gruppo di ricercatori americani secondo cui volare attraverso una tempesta equivale a essere esposti a una dose di radiazioni pare a quella di 400 radiografie al torace. Si tratta di una possibilità alquanto remota, avvisano però gli studiosi, ma comunque possibile. Ma vediamo di capirne di più.
Secondo uno studio, pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Geophysical Research – Atmospheres, i passeggeri degli aerei sono sempre esposti a elevati livelli di radiazioni dovute ai raggi cosmici che bombardano gli strati superiori dell’atmosfera terrestre che non raggiungono terra. In caso di tempesta però il numero delle radiazioni aumenta notevolmente fino ad arrivare, come dicevamo, a un numero equivalente a quello di 400 radiografie.
I ricercatori hanno utilizzato modelli al computer per stimare la quantità di radiazioni che potrebbero essere prodotte all’interno, o nelle immediate vicinanze, dalle nuvole temporalesche durante i temporali. La conclusione a cui sono giunti è che lo spazio intorno alla radiazione potrebbe avere “livelli biologicamente significativi”, cioè raggiungere i 10 Rem (Radiation equivalent man), che è la dose considerata massima per l’esposizione alle radiazioni sicure per una persona. “Si tratta comunque solo di un’ipotesi”, ha spiegato Joseph R. Dwyer, professore di Fisica e Scienze spaziali al Florida Istitute of Technology, e come tale va supportata da ulteriori studi scientifici.
In ogni caso il fenomeno delle radiazioni a cui vengono sottoposti i passeggeri di un aereo è stato oggetto di studio anche in passato. Si tratta infatti di un evento del tutto naturale in quanto queste radiazioni sono costituite da particelle che provengono dallo spazio ed entrano nell’atmosfera. Vi siamo dunque sottoposti quotidianamente ovunque anche se quando raggiungono il suolo la loro energia si è considerevolmente ridotta perché vengono schermate dall’atmosfera. All’altitudine cui volano gli aerei, dove queste radiazioni sono costituite soprattutto da neutroni, protoni, raggi x e raggi gamma e dove lo strato di atmosfera non è sufficiente a bloccarle, penetrano negli aerei e, potenzialmente, potrebbero costituire un rischio per la salute.
Ma c’è di più. Le radiazioni diventano particolarmente intense durante i momenti di picco dell’attività del Sole, che segue un ciclo di undici anni. Durante le tempeste solari, infatti, dalla stella partono getti di gas ionizzato che viaggiano nello spazio alla velocità di quasi mille chilometri al secondo. Nel corso di questi eventi, la quantità di radiazioni che i passeggeri a bordo di un aereo, come anche gli astronauti che si trovano nello spazio, ricevono può essere anche fino a cento volte più alta che in condizioni normali. Si tratta comunque di eventi rari, le cui conseguenze sulla salute degli uomini sono ancora tutte da verificare. Nel frattempo, possiamo dunque continuare a prendere tranquillamente i nostri aerei.
Rosamaria Freda