Oggi si celebra la Giornata mondiale senza fumo, un’ottima occasione per ricordare a tutti i danni che provocano le tanto amate “bionde” non solo a chi le fuma ma anche a chi gli sta intorno. A questo proposito, in occasione di questa ricorrenza, sono stati resi noti i dati di una ricerca che riguarda il fumo passivo in spiaggia.
Lo scopo dell’esperimento condotto a Vada, località balneare della riviera livornese, era quello di valutare la concentrazione di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), sostanze tossiche che si creano anche dalla combustione del tabacco.
Queste le conclusioni riportate al Corriere da Roberto Boffi, responsabile del Centro Antifumo dell’Istituto: “Le rilevazioni hanno mostrato come il fumo di due sigarette a cinque metri di distanza sottovento può arrivare a produrre dei picchi di IPA fino a sette volte maggiori dei valori di base e più che doppi rispetto alla media di quelli misurati in Piazza Grande a Livorno e generati dal traffico. Abbiamo così dimostrato scientificamente che oltre al problema ambientale dovuto ai mozziconi di sigarette lasciati sulle spiagge che per degradarsi impiegano oltre un anno, fumare in spiaggia comporta un problema di salute legato al fumo passivo“.
La stessa indagine ha valutato anche la percezione del rischio fumo passivo in spiaggia oltre che il semplice fastidio dei bagnanti involontariamente esposti al fumo a causa di vicini che non sanno proprio rinunciare al piacere di una sigaretta neppure al mare.
Dai 200 bagnanti a cui è stato somministrato un questionario è emerso come ben il 90% di essi avverta più volte nel corso della giornata l’odore di fumo, il 50% si infastidisce per questo e pensa che ciò sia dannoso per la propria salute. Diretta conseguenza di ciò: il 60% degli intervistati si è mostrato favorevole alla creazione di apposite zone fumatori in modo che, anche in spiaggia, chi ha scelto di non fumare sia tutelato dai rischi del fumo passivo.