Si sono conclusi ieri mattina i campionamenti realizzati in occasione della quinta edizione Goletta dei laghi-Cigno Azzurro promossa da Legambiente.
Davvero positivi i risultati emersi dal monitoraggio sullo stato di salute dei laghi, con il Trasimeno in testa. La Campagna, ealizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) è stata presentata ieri a Perugia da Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria e Giorgio Zampetti, coordinatore scientifico dell’associazione.
Ed ecco i risultati. Il comune di Tuoro, nel perugino, ha guadagnato 4 vele nella Guida Blu di Legambiente e Touring Club, contro le due guadagnate lo corso anno. Arrivano 3 vele anche per Magione, Castiglione del Lago e Passignano.
Il monitoraggio scientifico della Goletta si è basato su prelievi per esaminare alcuni parametri microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità/salinità).
Ma la positività dei risultati non deve essere un punto di arrivo, ma una spinta al miglioramento e la tutela. Questo pensano i responsabili di Legambiente alla luce dei dati, che si devono in parte anche alle abbondanti precipitazioni di questi ultimi mesi, che hanno fatto registrare circa 40 cm in più rispetto allo scorso anno.
I problemi. ”I problemi principali del lago – spiega Legambiente – sono ancora oggi legati alla scarsità idrica, all’effetto dei cambiamenti climatici, all’uso irriguo delle acque e alla concentrazione degli inquinanti. A questi si aggiungono l’eccessivo consumo di suolo, la carenza di una attenta manutenzione e cura del territorio e la mancanza di una visione di bacino e di sistema per affrontare i problemi’‘.
Anche il presidente della Provincia di Perugia Guasticchi di trova d’accordo, e auspica in una collaborazione con Legambiente: ”Parliamo la stessa lingua, occorre lavorare in maggiore sinergia, anche con le amministrazioni locali per far partire da questo territorio un messaggio di qualità ambientale e di efficientismo”.
Francesca Mancuso