Le piante, sinonimo di aria pulita e natura in casa. Ma non sempre sono propriamente salutari. Parliamo delle più comuni piante d’appartamento: narciso, gelsomino, ciclamino, vischio, pungitopo, stella di Natale, alloro, glicine.
Secondo uno studio condotto presso il Centro Nazionale di Informazione Tossicologica dell’IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia (CNIT), molte di esse sono in realtà nocive per la nostra salute. Presso il CNIT, vengono ogni anno registrate 200 casi di intossicazioni causate dai veleni presenti nelle piante.
Alcune vengono ingerite erroneamente come alimento, altre vengono utilizzate per le loro proprietà. Può capitare infatti di non saper riconoscere correttamente le piante. La cicuta può essere scambiata per finocchietto selvatico, i bulbi di stella di natale per genziana da cui si produce una grappa casalinga. Talvolta è l’abuso di tali sostanze a generare situazioni potenzialmente pericolose per la nostra salute.
Il dato allarmante è che a farne le spese sono soprattutto i bambini. Il CNIT ha segnalato infatti il 40% di avvelenamenti in età pediatrica cioè nei bambini al di sotto dei 10 anni. Non solo. Sotto l’anno di età, ad avere conseguenze è il 26% dei bambini.
Solitamente non si tratta di conseguenze gravi. Ingerire qualche fogliolina o i fiorellini sul balcone di casa generalmente non crea molti problemi, ma alcune piante sono più tossiche e purtroppo molto frequenti: il ciclamino, il ranuncolo, il rododendro, l’oleandro, il lauro ceraso, il glicine, il narciso, il mughetto e il gelsomino.
La dottoressa Sarah Vecchio, medico tossicologo del CNIT di Pavia ha spiegato:
“La gestione ottimale di questi casi prevede il riconoscimento della pianta in causa, la conoscenza della sua tossicità intrinseca e l’impostazione di una corretta terapia. Per questo è importante la collaborazione tra medico esperto tossicologo, medico d’urgenza, esperto botanico e, quando necessario, laboratori specializzati per i dosaggi specifici”.