Torniamo ad occuparci ancora una volta di cellulari e salute: favoriscono il cancro o no?
A quanto pare, non esiste una risposta univoca a questa domanda e l’altalena tra gli studi che gettano sospetti sul fatto che l’uso diffuso ed esteso dei cellulari possano provocare tumori e quelli che invece non trovano riscontro pratico a questi timori continua.
Se solo qualche mese fa l’International Agency for Research on Cancer dell’Oms aveva puntato il dito contro i campi elettromagnetici di radiofrequenza, telefonini inclusi, quanto ai tumori del nervo uditivo, come il glioma e il neurinoma acustico, una ricerca pubblicata sul British Medical Journal sembra scagionare ora i telefonini dall’infame accusa quasi definitivamente, non rilevando alcun legame tra l’utilizzo dei telefonini e lo sviluppo di tumori al cervello.
Si tratta del più grande studio finora mai condotto sull’argomento, condotto su tutti gli abbonati a un servizio di telefonia mobile in Danimarca tra il 1982 e il 1995, per l’esattezza 358.403 clienti. “Abbiamo preso in considerazione tutti coloro che hanno stipulato un contratto di telefonia mobile tra il 1982 e il 1995 in Danimarca e siamo riusciti a seguirne quasi 360 mila per ben 18 anni” spiegano i ricercatori dell’Istituto di epidemiologia oncologica di Copenaghen che hanno coordinato il lavoro. “Nel 1996 e poi di nuovo nel 2002 abbiamo confrontato la frequenza di tumori in questo gruppo di persone rispetto a quella che si è verificata nella popolazione generale» proseguono, «ma né allora né a un ulteriore controllo ripetuto nel 2007 abbiamo trovato nessuna differenza significativa tra chi da molti anni usava il cellulare e chi invece no“.
“Abbiamo preso in considerazione tutta la popolazione con più di trent’anni nata in Danimarca dopo il 1925 e anche dopo dieci anni di telefonate non abbiamo trovato prova di un aumento del rischio: solo per chi ne ha fatto un uso ancora più prolungato e molto intenso non ce la sentiamo ancora di escludere del tutto la possibilità di un leggero aumento delle probabilità di ammalarsi. Per questo ben vengano altre ricerche anche più estese, se possono tranquillizzare anche i più scettici“.
Anche John Boice, direttore dell’International Epidemiology Institute di Rockville e docente della Vanderbilt University School of Medicine, spiega in un editoriale pubblicato sul Journal of National Cancer Institute dal titolo “Cell Phones, Cancer, and Children” che “nel 2009 più di 5 miliardi di persone nel mondo facevano uso di un cellulare. Se il suo utilizzo potesse favorire in qualche modo lo sviluppo del cancro – continua Boice – dopo vent’anni o più che questo oggetto è diventato di uso comune, almeno nei paesi più ricchi, dovremmo cominciare a registrare un aumento sensibile dei casi di tumore al cervello. Un aumento che per fortuna non è stato osservato, neppure tra gli adolescenti che in teoria potrebbero essere più vulnerabili, soprattutto se hanno cominciato a usare l’apparecchio fin da piccoli“.
Sarà, ma che farsene allora degli studi che sostengono il contrario, cioè che i cellulari nuocciono alla salute? Il dibattito si fa sempre più acceso ed è tutt’altro che chiaro.
Roberta Ragni