Insonnia? Con l’agopressione si potrebbe curare. Anche quando si parla di adolescenti, che, sempre più spesso, perdono il sonno a causa dell’uso di internet e dei social network di notte. Si tratta di una tecnica non accettata ufficialmente dalla scienza medica, ma secondo uno studio pubblicato su Neuropsychiatric Disease & Treatment dai ricercatori delle Università di Napoli, Perugia e Palermo, l’agopressione può essere un’efficace cura per l’insonnia, priva di rischi e di effetti collaterali.
Con il termine agopressione, si intende, infatti, tutte quelle tecniche non invasive eseguite con l’ausilio prevalente delle mani, come ad esempio Shiatzu e digitopressione. Lo scopo è quello di ristabilire la corrente energetica più o meno come si fa con l’agopuntura, ma con diversi strumenti.
Mentre la più conosciuta agopuntura utilizza aghi che penetrano la cute, l’agopressione non prevede l’uso di oggetti che penetrino la cute, ma solo che stimolino dolcemente i sensori.
I ricercatori italiani, come riporta il Corriere, hanno utilizzato una pratica benda elasticizzata, che presenta sulla superficie interna una sferetta rigida inerte da far coincidere con il punto in cui nello Shatsu si esercita la pressione con le dita, per 6 mesi in 25 ragazzi insonni con età media di circa 8 anni (15,04 ± 1,18).
I giovani sono stati controllati anche tramite verifica polisomnografica, che ha rivelato un significativo miglioramento di tutti i parametri morfeici con percentuali di miglioramento del 100% per tempo totale di sonno, sonno efficace, sonno a onde lente, fase 2 del sonno e del 98,3% per tempo di permanenza a letto, del 99,8% per tempo di comparsa del sonno e del 99,9 % per il tempo trascorso a letto.
Un risultato molto importante se si considera che ben il 40% degli adolescenti soffre, se non di una vera insonnia, quantomeno di problemi del sonno, e che questo può comportare disturbi psicologici più gravi, primo fra tutti la depressione.
Roberta Ragni
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