Sia che si tratti di problemi d’amore che fisiologici, quella fastidiosissima aritmia cardiaca può davvero avere conseguenze deleterie sulla nostra qualità di vita: un cuore matto che batte all’impazzata seguendo ritmi da dancefloor non è cosa così piacevole!
Una mano del tutto naturale arriva non dai farmaci contro la tachicardia, ma dalla pratica dello yoga. Si sa, infatti, che questa attività è rilassante per il corpo e per la mente, ma forse non tutti sanno che lo è altrettanto per il cuore: gli episodi tachicardici di chi soffre di questa fibrillazione atriale diminuiscono della metà con la regolarità di questa pratica ascetica.
La fibrillazione atriale si ha per lo più con l’andare del tempo, ovvero con l’invecchiamento del cuore che comincia a battere come più gli piace, senza più regole e ritmi: è un fenomeno molto comune, soprattutto negli over 60.
Uno studio presentato al meeting annuale dell’American College Cardiology tenutosi a New Orleans dal 2 al 5 aprile ha portato alla luce i benefici di questa ginnastica dai più considerata puro rilassamento muscolare: ma non è vero! Praticandola costantemente, gli episodi tachicardici si dimezzano.
Per arrivare a questi risultati, l’ospedale dell’Università del Kansas ha monitorato per sei mesi, circa 50 soggetti di età compresa tra i 25 e i 70 anni, tutti affetti da aritmia cardiaca, ma senza nessun tipo di esperienza pratica di yoga; dopo i primi 3 mesi in cui erano liberi di fare ciò che volevano a livello di attività fisica, negli ultimi sono stati sottoposti a sessioni settimanali di yoga – 3 da 45 minuti, comprensive di esercizi, respirazione e meditazione, tutto sotto l’occhio vigile di maestri.
I misuratori dei battiti cardiaci – cardiofrequenzimetri – non hanno avuto dubbi: disturbi da aritmia diminuiti del 50% durante i mesi in cui i pazienti allungavano i loro muscoli come arcieri o fiori – inoltre più di un soggetto non ha avuto nemmeno un episodio di tachicardia.
Ma come fa lo yoga ad avere anche questo potere? Agendo sul sistema simpatico, soprattutto tramite la respirazione, ne ridurrebbe la attività, abbassando il rilascio di adrenalina – è lei infatti la nemica del cuore, che ci fa sobbalzare quando non dovremmo e non solo per uno sguardo o un sorriso tanto atteso.
Ma allora cuore e cervello non sono così lontani come si dice!
Certo occorreranno studi di controllo per valutare più a fondo la connessione tra yoga e cuore, ma secondo Dhanunjava Lakkireddy, cardiologo che ha diretto lo studio e di cui è l’autore principale, “sembra proprio esserci un intimo legame tra cuore e cervello“.
Ed è certo anche che questa patologia può avere conseguenze deleterie, come il ristagno di sangue negli arti, con aumento di rischi di coaguli e ictus: anticoagulanti e anti-aritmici sono allora farmaci più che consigliati – nei casi più gravi si arriva addirittura all’eliminazione chirurgica della parte del cuore incriminata, cioè quella che provoca aritmia. Quindi Lakkeireddy e colleghi sanno bene che lo yoga non può sostituire in toto la medicina, ma di certo può supportarla ed agire in una visione della malattia più olistica, tanto più che gli stati d’ansia correlati all’aritmia cardiaca vengono nettamente ridimensionati grazie appunto alla respirazione e alla meditazione: “sembra che lo yoga riesca a regolare il battito del cuore e che chi pratica questa disciplina risulti anche meno depresso e ansioso“, continua Lakkireddy.
Una terapia quella basata sullo yoga efficace e sicura, priva di effetti collaterali e del tutto naturale – già studi precedenti avevano dimostrato che questa pratica è in grado di ridurre colesterolo e ipertensione.
Lo yoga non solo è importante per lo spirito, ma anche per il corpo: come tutte le discipline orientali, non si possono scindere l’uno dall’altro, perché l’equilibrio di un individuo dipende proprio dall’equilibrio intrinseco tra le due parti del sé.
Per tanto, grazie a tutta la serie di esercizi che quest’antichissima arte indiana prevede, non solo ci si rilassa tramite la meditazione e al respirazione consapevole, ma si rinforzano i muscoli e si rendono flessibili le articolazioni, aiutando anche l’equilibrio posturale.
Quindi, sempre seguendo il parere dei medici, affidiamoci al relax delle dottrine orientali, almeno per combattere le tipiche ansie da appuntamento, lo stress lavorativo e gli scompensi cardiaci che ne conseguono!
Valentina Nizardo