La curcuma, che con il pepe nero, il cumino, il coriandolo e la cannella si usa per fare il curry, potrebbe essere un’ottima alleata per un buon funzionamento del nostro sistema immunitario.
A scoprire la straordinaria proprietà di una delle spezie più apprezzate e usate della cucina orientale, usata anche nella medicina Ayurvedica in India, sono stati i ricercatori del Linus Pauling Institute dell’Oregon State University, in collaborazione con l’Università di Copenhagen (Danimarca) e il supporto del National Institutes of Health.
In particolare, la curcuma, secondo gli esperti che hanno pubblicato i risultati dello studio sul Journal of Nutritional Biochemistry, interverrebbe sull’attivazione di una sostanza, la proteina CAMP, peptide antimicrobico catelicidina, che ha un ruolo chiave nella risposta immunitaria innata, aiutando così l’organismo a prevenire l’attacco di virus, batteri e altri agenti patogeni. Chi usa la spezia orientale, infatti, può beneficiare di un aumento di ben tre volte superiore dei livelli di peptide antimicrobico catelicidina, proteina che protegge anche dalla tubercolosi, dalla sepsi e da altre infezioni, soprattutto quelle intestinali, e che ha anche proprietà antiossidanti.
“La curcumina, come parte della curcuma, è generalmente consumata a livelli piuttosto bassi nella dieta – spiega Adrian Gombart, professore associato di biochimica e biofisica al LPI – ma è possibile che un consumo prolungato nel tempo sia sano e aiuti a proteggere da infezioni, specialmente lo stomaco e il tratto intestinale. La ricerca punta su un nuovo modo per regolare l’espressione del gene Camp. La curcumina potrebbe fornire un altro strumento per sviluppare terapie mediche“.
Soprattutto perché, oltre ad aiutare le nostre difese immunitarie, cura anche il nostro cuore, rende più efficace la chemioterapia e ripara i danni causati da ictus. Insomma, questa fantastica spezia gialla non smette mai di stupirci.
Roberta Ragni